STORIE DELLA LINGUA ITALIANA:
NON C’È PEGGIOR MORTO
DI CHI NON VUOL SENTIRE

sordoGigi d’Alessio sarà pure una rottura, così come gli infiniti monologhi della suocera, e i consigli delle mamme d’altri tempi alle neo mamme su come i bambini debbano piangere, mangiare, vestirsi, essere cambiati, e le loro perle stile ‘sì, il pancione è così perché è un maschietto’, sarà noiosa quella lezione di linguistica sulla differenza tra fonemi, sarà difficile sentire le paranoie di una fidanzata gelosa o spararsi i commenti sulle partite di calcio del fidanzato sportivo, ma a tutto c’è una soluzione. La sordità. Basterebbe non sentire, o perlomeno fingere. 

Non c’è peggior morto di chi non vuol sentire. Lazzaro ne sa qualcosa. Lazzaro di Betania aveva due sorelle, Maria e Marta, e come tutti i fratelli che si rispettino ad ogni marachella era un continuo scaricare la colpa l’uno sugli altri. Una volta divenuti adulti anche i litigi si fecero più seri, così come la disapprovazione dei genitori, fino a che Lazzaro, per evitare di intascarsi la colpa per l’ennesimo vaso rotto in soggiorno, decise di fingersi morto.

resurrezione-di-lazzaroNessuno poteva accusarlo o rimproverarlo perché come si suol dire, non c’è peggior morto di chi non vuol sentire. Purtroppo però, il caro amico Gesù, nonostante si trovasse fuori dalla Giudea quando fu avvertito della malattia fulminante di Lazzaro, decise comunque di raggiungerlo.

Dopo quattro giorni nel sepolcro, al grido di “Lazzaro, alzati e cammina”, questi uscì, ancora avvolto nelle bende funebri e si rivelò pronto per il cazziatone di mamma e papà.

Ora, poiché la credenza sostiene che Lazzaro fosse effettivamente morto e fatto risorgere da Cristo, come poteva questi non sentire? Non occorre infatti fingersi morti per non voler sentire.

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire spiega come non importa quanto si possa alzare la voce o imprimere la propria opinione su qualcun altro, se questi non vuole accettarla sarà come parlare con un sordo. Mentre la sordità reale in qualche modo può essere vinta, quella volontaria di chi si rifiuta di ascoltare è insormontabile.

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere, ma questa è un’altra storia.

Martina Panzeri

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