MOTORI, UN SALTO NEL FUTURO
DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

FRANCOFORTE SUL MENO (D) – Già, ancora lui: il Salone di Francoforte. Se ne sta parlando molto e in effetti le novità che sono state presentate quest’anno sono parecchie, alcune alquanto bizzarre, altre piuttosto attese. Giusto per dare un po’ di brio, oggi ci concentriamo sulle prime, dato che delle altre abbiamo già dato notizia nel precedente numero di questa rubrica motori del sabato. Dopo il Defender e due elettriche che faranno molto parlare di sé nei prossimi mesi, questa volta tocca alle stranezze, alle idee più stravaganti.

Un concept che non è certo passato inosservato è un fuoristrada elettrico senza fari. Il motivo se lo chiederanno in molti: perché Audi guarda al futuro con la sua AI:Trail, e pensa a un’epoca in cui i droni saranno talmente diffusi da costituire i gruppi ottici della vettura, come in questo caso. Al calare delle tenebre si librano in volo per illuminare la strada (sterrata) che precede il veicolo. Assetto da offroad duro e puro, molte le superfici vetrate – un po’ come sugli elicotteri – per garantire un’ampia visuale, anche laterale, che lontani dall’asfalto non guasta mai. Una configurazione molto particolare anche negli interni: i due sedili posteriori sono infatti estraibili, per concedere momenti di relax immersi nella natura; a mo’ di sdraio, per intenderci. Il nome la dice lunga sulla tecnologia: AI sta per “intelligenza artificiale” e “trail” esplicita il “terreno d’uso”, fuoristradistico, come ribadiscono anche le gomme, quasi da carro armato. Ma quando finisce la batteria dei piccoli fari volanti? Meglio non chiederselo.

In quota Suv elettrici merita una menzione la Cupra Tavascan, con un design avveniristico che guarda molto all’aerodinamica del veicolo (anch’esso concept, per ora). Uno stile anche piuttosto aggressivo, oltre che sportivo, che mira forse a distinguersi nella sempre più copiosa massa di questa categoria di veicoli rialzati. Anche agli interni la parola d’ordine è stupore: sedili sportivi in fibra di carbonio che lasciano intravedere l’anima, due grandi display per i sedili anteriori; uno per chi guida e l’altro per l’intrattenimento del passeggero.

Infine una citycar del domani: la prima Honda elettrica. Come design ricorda un po’ la sorella Logo degli anni ’90 e un po’ anche la odierna Civic, ma la sostanza è diversa. Definirla utilitaria è quasi riduttivo, perché nella costruzione di questo modello non si è badato troppo alle spese: la tecnologia pensata per ottimizzare anche l’autonomia delle batterie, come gli specchietti virtuali, o l’ampio schermo al centro della plancia – senza considerare gli inserti in materiali pregiati e le maniglie a scomparsa– sono tutti aspetti che porterebbero a definirla quasi esosa. L’autonomia? La batteria da 35,5 kW le consente di coprire fino a un massimo di 200 chilometri. Insomma, per una citycar potrebbero anche bastare, ma viste le premesse e l’esclusività di questo modello, forse ci si aspettava di più. Senza considerare il prezzo, con un attacco da circa 40mila euro, che con gli incentivi statali dovrebbe scendere a 35mila. Comunque parecchi per un’utilitaria.

Alessandro Tonini