SINDACATI, RIVA (CGIL LECCO):
“RAPPORTI POSITIVI CON CISL E UIL,
INSIEME MERITIAMO RISPETTO”

LECCO – Tredici milioni di iscritti in tutta Italia alle tre organizzazioni principali, decine di migliaia nel Lecchese: il sindacato si conta e vuol contare (di più), in un momento difficile per l’economia e la vita dei lavoratori e in presenza di un governo non particolarmente vicino alle battaglie di Cgil, Cisl e Uil.

Diego Riva, recentemente eletto segretario generale della Cgil di Lecco e provincia, ha le idee chiare in questo senso.

Tutti oggi stanno guardando le cose che stiamo facendo insieme, come confederazioni, piazza san Giovanni è l’ultima occasione – era tanto tempo che Cgil Cisl e Uil non facevano una manifestazione insieme. La piazza è stata riempita, vuol dire che le persone ci sono e vorrebbero vederci impegnati ancora di più, perseguendo in maniera assolutamente positiva le convergenze in questa direzione, quella dell’unità sindacale“.

Unità, dunque. A Lecco come va?
Sono stato eletto da poco, comunque con Cisl e Uil i rapporti sono positivi; ci si confronta e si cerca di trovare in tutti i campi delle soluzioni anche qua convergenti. Devo dire che questo l’ho trovato anche quando seguivo il settore dei metalmeccanici: con Fim e Uilm sul territorio non abbiamo mai avuto problemi, tra l’altro facendo delle cose insieme. Le relazioni sono buonec anche se come segretario posso dire quello che ho visto in questi pochi mesi; però sono da 22 anni nella Cgil e non c’è mai stata una conflittualità estrema tra le organizzazioni sindacali, neanche in periodi molto più complessi in occasione di accordi separati – circostanze in cui non è stata in alcuna occasione superata l’asticella“.

Passando al contesto nazionale, quanto pesa questo tipo di governo?
Allora, sicuramente più che il governo è la situazione generale a pesare perché purtroppo la condizione di impoverimento delle persone è aumentata. L’Europa produce ma noi continuiamo ad andare indietro, quindi è chiaro che il momento storico ci sta portando in una situazione in cui devi pensare di essere sempre più unitario possibile. Perché non c’è dubbio che gli iscritti di Cgil, Cisl e Uil tutti assieme fanno 13 milioni – quindi il problema non è tanto questo governo, quanto il numero che rappresentiamo che merita rispetto. Non parliamo di due-tre milioni ma di un soggetto che in maniera unitaria è più forte, ed è per questo che secondo il nostro punto di vista c’è una voglia maggiore di mettersi in campo. Noi crediamo che, così,  il sindacato possa aiutare questo cambiamento che è in atto”.

Quindi di “pesare” di più ai vari tavoli…
“Se c’è qualcuno che ritiene possibile affrontare l’industria 4.0, quindi questo tipo di evoluzione, senza parlare con le forze intermedie, senza avere dei tavoli seri e pensa di darci delle risposte solamente tramite web, ha sbagliato in pieno. In ogni caso, moltissimi cittadini hanno grosse aspettative dal soggetto confederale: quando ci sono stati momenti storici di evoluzione come questo, ci sono stati sempre tavoli di confronto e di gestione anche con chi rappresenta la parte sociale e non solo quella imprenditoriale”.

Intervista di Sandro Terrani