‘VERTENZA PONTI’ DEL LECCHESE,
RIVA (CGIL): “ALTRO CHE TAV,
LE NOSTRE INFRASTRUTTURE
SERIO PROBLEMA DA RISOLVERE”

LECCO – Incontri il nuovo segretario della CGIL di Lecco, parli con lui di diritti, unità sindacale, nuove professioni, contratti ma poi, chiedendogli quale sia IL tema, la vertenza più emblematica, il leader  succeduto a Wolfango Pirelli alla guida dell’organizzazione di via Besonda ti stupisce. Indicando non una fabbrica in crisi o un comparto oggetto di discussioni “coi padroni” ma la problematica vasta delle infrastrutture.

“Situazione molto complicata, quella della viabilità, oggi nel lecchese” commenta Diego Riva. “È stato sufficiente che il ponte di Paderno venisse chiuso per mettere in crisi un intero territorio con un numero di persone elevato e dove il problema logistico per le tante imprese e l’indotto si rivela fondamentale. Se si aggiunge che ancora oggi non si è riusciti a riaprire il cavalcavia sulla 36 ad Annone e se ancora constatiamo come una strada importante che è iniziata un po’ di anni fa è ancora ferma (parlo della nuova Lecco-Bergamo), credo che queste siano le priorità”.

Il rilancio del Paese, quando si parla delle infrastrutture – incalza Diego Riva – non è tanto la Tav, ma ci sono opere che hanno lo stesso valore e meriterebbero maggiore attenzione. A mio avviso, questo è uno dei temi principali che dovremo affrontare in tempi brevi. E soprattutto risolverlo…”.

Ne parla come di una vertenza, provocatoriamente allora chiediamo al segretario della CGIL se la questione delle infrastrutture lecchesi meriti l’indizione di uno sciopero.

“Lo sciopero è uno strumento che quando lo dichiari sai di poterlo concretizzare; è una forma di lotta, poi, che costa alle persone, per questo molte volte si tengono al sabato iniziative come quella recente di Roma [foto a sinistra]. Se chiedi di scioperare, chiedi di mettere mano al portafoglio dei lavoratori; penso che sul terreno delle infrastrutture è chiaro di chi siano le responsabilità, da parte di figure che sono stipendiate per risolvere quei problemi. Allora insisteremo sui tavoli con queste stesse persone che sono pagate, per non perdere terreno sotto il profilo della competitività. Abbiamo timori infatti – conclude Riva – perché, metalmeccanico a parte, negli ultimi mesi dello scorso anno si è iniziato a rivivere quella sensazione di ‘paura’ che ha caratterizzato un intero decennio di crisi”.

Intervista di Sandro Terrani