Il dato di fatto che salta all’occhio, dopo le elezioni ‘di secondo livello‘ (ma pur sempre rilevanti, politicamente) in Provincia è la trombatura della papabile candidata sindaca di Lecco nel 2020, Cinzia Bettega.
Convinta di entrare in consiglio a Villa Locatelli – era subentrata l’anno scorso per una serie di circostanze – la capogruppo leghista a Palazzo Bovara si ritrova esclusa, terza più votata del Carroccio che però ha preso solo due seggi contro i tre che aveva nella precedente assemblea.
Bravo il centrodestra a sottrarre quel posto ai leghisti?
Sì, certo. Ma non basta a spiegare il ‘casus belli’.
Qui si deve entrare nei dettagli e i particolari, in politica, contano. Anzi sono tutto. Un dettagliuzzo non ininfluente è quel voto mancante alla Bettega, che si sussurra essere stato quello del collega Giovanni Colombo.
Un solo voto (ma pesante, visto il valore ponderato delle schede dei consiglieri lecchesi), sufficiente a far saltare il banco e a relegare la papabile al ruolo di esclusa.
Importante, in chiave elezioni comunali del prossimo anno, se è vero che il centro destra nel suo complesso non sa bene, a pochi mesi da quella data così attesa, CHI mandare a sfidare un fronte avverso a sua volta in seria difficoltà – ma pur sempre “dinastico”.
Affrontare i successori di Brivio affidandosi a chi?
Per la Lega, si parlava da tempo proprio del suo capogruppo in Comune: la Bettega. Che oggi si lecca le ferite e rappresenta un punto critico anche e proprio in vista di Lecco 2020.
Che farà il fronte largo di centro destra, dopo aver assisito alle lacerazioni in casa Lega (il movimento ha perso un seggio in Provincia a vantaggio dei ‘cugini’ di Libertà e Autonomia)?
I sommovimenti di quell’area sono interessanti. Due anni fa finì 3-3, con la Lega che aveva “con sè” Forza Italia e Fratelli d’Italia – stavolta ‘traghettati’ con successo dall’altra parte.
Equilibri precari, tutti da definire in vista di una tornata elettorale, quella della città capoluogo, nella quale il rischio (in realtà una goduria per i cronisti politici, ndr) è che si confrontino due gruppi “a sinistra” ovvero PD e Appello per Lecco e due a destra – appunto l‘area Piazza vincente domenica e la Lega. Magari con l’aggiunta di altra sinistra “estrema” e dell’immancabile ma storicamente ininfluente alle comunali Movimento 5 Stelle.
Nota bene: Bettega in realtà era riuscita ad imbarcare due voti non leghisti, sempre “pesanti”: quelli di Alberto Negrini e dell’ex Venturini Dario Spreafico. Non sono bastati, visto che tra le poreferenze date per certe vi era anche quella – clamorosamente mancata – dell’altro leghista Colombo. La qual cosa, unita a una diminuzione di voti e posti in consiglio provinciale e ad altre lacerazioni interne alla Lega (vedere i festeggiamenti oggionesi per la conferma della Zambetti…), non depone a favore della necessaria tranquillità “di area” in vista degli accordi – se vi saranno – per Palazzo Bovara.
Se dunque a festeggiare c’è il solo centro destra di Micheli & C., in grado di passare da tre a quattro seggi a Villa Locatelli, polarizzando i voti come si suol dire dal territorio, il PD tiene e anche qua va rilevata la scarsa presenza di consiglieri “della città” (unica lecchese tra i 5 Dem è Agnese Massaro).
E dunque il nuovo consiglio provinciale è proprio tale, espressione di tanti rappresentanti delle diverse aree della provincia lecchese – a partire da un presidente brianzolo. Quella “casa dei Comuni” che non si sa se per scelta o casualmente, questo ente torna ad essere in attesa di saperne di più a proposito del proprio ruolo, delle sue competenze e prerogative.
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