EX LEUCI “NON SI ARRENDONO”
E ATTACCANO DURAMENTE
I VERTICI SINDACALI LECCHESI

Come ex lavoratori Leuci non possiamo assistere in silenzio al balletto delle varie opinioni relativo alla mancata benemerenza alle nostra ex Rsu, dopo la formale richiesta in tal senso avanzata da Tore Rossi, come abbiamo appreso dai media locali.
Innanzi tutto ci sembra d’intuire che lo spirito e lo scopo del proponente, che stimiamo e ringraziamo, era quello di premiare collettivamente, attraverso la Rsu, tutti i lavoratori Leuci per la loro pluriennale ed emblematica lotta che, per la gran parte degli ormai ex dipendenti, continua attraverso il presidio permanente ancor oggi in corso.
Non sta ovviamente certo a noi disquisire sulla congruità o meno dell’esclusione ma riteniamo, usando la schiettezza che ci viene riconosciuta,  che se la sostanza e lo  spirito delle benemerenze sia quello d’indicare dei “modelli” di comportamento alla Collettività, non sono certo i regolamenti più o meno opinabili od astrusi che possano fare la differenza. E’ la cultura valoriale di base che dovrebbe informarne i criteri.
Ma è un altro il motivo, ben più importante, che ci spinge ad intervenire dopo aver letto alcuni pareri delle  massime rappresentanze locali del mondo sindacale (Valerio Colleoni, segretario generale aggiunto della Cisl e Wolfango Pirelli, segretario generale della Cgil con un articolo su di una testata cartacea locale dal titolo” Mancata benemerenza alla Rsu Leuci. Per il sindacato lecchese va bene così”) :
Ma questi signori don Abbondio che discettano sul nulla dov’erano e dove sono oggi rispetto alla nostra intricata vicenda ?

Ad esempio di Colleoni possiamo solo dire che, aldilà di qualche formale appuntamento istituzionale , non si sia mai veramente interessato alla nostra situazione arrivando persino ad ignorare l’allora paventata chiusura della nostra azienda.

Di Pirelli, con molto sconcerto misto ad indignazione, abbiamo dovuto registrare una sostanziale archiviazione della “pratica”  secondo  opinabilissimi suoi criteri, dopo aver “sventolato” come simbolo la paradigmaticità della vicenda Leuci e mettendola addirittura sul manifesto del proprio ultimo Congresso.

Ma soprattutto chi li ha mai visti al nostro  presidio ? quasi uno strisciante e pilotato “embargo”,  se non fosse interrotto da iscritti “di base”, lavoratori  e cittadini.
L’unico dei funzionari che continua a frequentarci con una certa assiduità sembra farlo quasi a titolo personale, in ragione della sua riscontrata sensibilità.

Quello che qui ed in altre parti del mondo del lavoro locale si dice è che noi siamo rei di un delitto di “Lesa Maestà” perché abbiamo osato pensare con la nostra testa in particolare le forme ed i modi di conduzione di questa “esemplare” vicenda, come anche fuori il nostro Territorio è definita.

Ci dicono che abbiamo praticato, e continuiamo a farlo, non solo una resistenza “dal basso” ma abbiamo messo soprattutto intraprendenza propositiva ed una costante spinta al coinvolgimento effettivo – togliendo qualche alibi a varie inerzie – dell’intero Territorio.

Abbiamo proposto e continuiamo a proporre un percorso percorribile di reindustrializzazione virtuosa contro l’ennesima azione predatorio /speculativa a scapito delle risorse produttive del nostro Territorio, come in tanti, compreso molti consiglieri comunali di Lecco, vanno da tempo affermando.

Un’azione che per riuscire non può che prevedere il concorso di tutti i vari attori del tessuto istituzionale e sociale e che non può limitarsi al mantenimento, pur necessario ma non sufficiente, della destinazione produttiva dell’area.

Del resto la risposta al gravissimo  problema sociale della crescente disoccupazione può trovare una soluzione solo di “sistema” e quindi il “Sistema Lecco” non può stare a guardare.

Starebbe in questo nostro “modello” di non pura rassegnazione alla “riduzione del danno” (gli ammortizzatori sociali, pur necessari), ma soprattutto di propositività attiva e progettuale, la nostra specificità ed esemplarità. Alla faccia di chi sembra strumentalmente volerci dipingere come narcisisti e presuntuosi : la nostra lotta continua perché può servire a molte altre situazioni di crisi!

Questo ci dicono i  lavoratori di altre realtà produttive ed anche cittadini a cui sta a cuore la vocazione di questo Territorio a partire dalla delicatissima questione dell’utilizzo virtuoso delle aree dismesse od in via di dismissione. Su questo specifico fronte poniamo a tutti una domanda : si vuole “fumosamente” ed un po’ retoricamente continuare a parlare della questione generale delle aree dismesse – comunque da approfondire – o, come diciamo non solo noi,  ribaltando il metodo,  si vorrà partire da un ‘area precisa, quella Leuci, ricca di valenze storiche ma anche logistiche,  per “misurarsi” concretamente sulle soluzioni effettive e  per poi farne un modello “esportabile”, come sostiene più d’uno, ad altre compatibili realtà?  

E’ per questo che attorno a noi si è creata una convergenza di varie anime attive che darà presto conferma della propria presenza partecipativa, valoriale ed ulteriormente propositiva.

E’ per questo che sta anche ai vertici sindacali dimostrare la loro reale vicinanza attraverso un effettivo ripensamento ed una documentata rivalutazione degli elementi, anche pratici, in gioco.

 

Lecco 23/11/2014                                                                                                    GLI EX LAVORATORI DELLA LEUCI
(CHE NON SI ARRENDONO!)