I PISTOLERI SUL BUS/”HO VISTO SCENE CHE VOI AUTOMOBILISTI NON POTETE NEMMENO IMMAGINARE…”

Metti che… Scusi ma quando arriva l’otto? … dopo il sette, figliolo! oppure ma l’uno è già passato?

Quanti aneddoti più o meno simpatici abbiamo sentito noi utilizzatori finali degli autobus di LineeLecco.

Da qualche settimana chi frequenta i bus non solo dai marciapiedi ma anche dal dentro degli stessi, stessi inteso come bus non come marciapiedi, – lo dico per l’Assessore Venturini – deve fare i conti con la Legge, la legge della pistola sul fianco di due uomini bardati in divisa. Il frequentatore si è accorto che tra quelli che come lui si sedevano e quelli come lui che rimanevano senza il tanto agognato posto a sedere, una sostanziosa parte era solita viaggiare aggratis. 
Almeno così dice il Comune e la Direzione di LineeLecco.
Ma quale biglietto! Ma cosa importa se per 90 minuti bisogna pagare 2 euri, tanto a Lecco si sa che non è che ti pizzichino sull’autobus. Pizzicavano.Allora cosa fare? 
Riunioni, summit e cene varie dei vertici di Comune e LineeLecco, e dopo essersi alzato il capo di turno esclama: ” Metti che… li facciamo salire solo da davanti? Può essere che iniziano a pagare tutti? Poi metti che.GUARDIE SU AUTOBUS.. ci collochiamo pure uno sceriffo che ti controlla all’entrata, non può sgarrare più nessuno “.

Il risultato?
Da qualche settimana sugli autobus si sale solo dalle porte in testa, quella di fianco all’autista, per intenderci; un pistolero controlla che ognuno obliteri il suo biglietto e… per salire sul bus ci vogliono almeno dieci minuti.
Non si spiega altrimenti l’aumento dei ritardi dei passaggi alle pensiline. 
Ritardi su ritardi, che chi frequenta il bus preferisce frequentare tutto il marciapiede e andare a piedi. E così risparmia pure i soldi dei biglietto, e il Comune perde il mancato incasso

Ho visto scene che voi automobilisti non potete nemmeno immaginare.

Un tizio sale, oblitera e si ferma dopo dieci centimetri, a seguire la signora piena di sacchetti del mercato che a stento mostra il suo biglietto al controllore e gli chiede:” Che fa, me lo può timbra lei, che sono piena di sacchetti?”.

Si ferma dietro il signore di prima, sale il giovanotto che prende il bus al volo perché noi a Lecco siamo una città universitaria e turistica, se si perde quel bus il prossimo lo prendi dopo mezzora, ritardo escluso, ma, il giovine, appena vede il controllore in divisa e pistola, fa finta di aver dimenticato chissà che cosa e scende come una saetta. Dopo aver scansato il giovanotto che rinculava indietro, entra un anziano signore che prontamente mostra il tesserino di abbonamento con la foto di 10 anni prima, perché sul bus ci sono le nonnine che si tornano dalla spesa ma le più vanno al cimitero a trovare il consorte, che, si sa, le precede sempre per galanteria; l’anziano signore comincia a borbottare contro il Sindaco che “non c’ha messo le palanche, nemmeno per noi anziani”; nel frattempo si chiudono le bussole e già si è creato il ” tappo”.

La signora inizia a dare segni di insofferenza e lancia delle occhiate all’anziano dietro di lei.
Quando non ne può più, con la delicatezza che contraddistingue un lord inglese, esclama “lui che fa caldo, lei che spinge “, e il gentile signore “mi scusa ma il largo è stretto”.

E così continua la corsa, la stessa farsa si ripete quasi ad ogni fermata, e chi era seduto all’inizio del “viaggio” non ha nessuna intenzione di schiodarsi dal suo sedile.

Metti che… forse la soluzione escogitata dopo riunioni, summit e cene dei vertici LineeLecco non è quella adatta, che si fa?

Io propongo di sponsorizzare non tanto e solo gli “introvabili biglietti ” – trasformandoli in buoni sconto nei negozi  convenzionati – ma addirittura le Pensiline delle fermate
Ossia per un reperimento di risorse alternative, aggiungendo al nome tradizionale della fermata anche quello dello sponsor (avviene in molti comuni) fosse anche solo per pagarci i pistoleri in divisa e far tornare puntuali i bus.

Paolo Trezzi