LA FILIERA CORTA DI UN MERCATO CONTADINO A LECCO: “SAREBBE BUONO SE IL COMUNE CI PROVASSE”

mercatoCaro Direttore

La filiera corta non solo è una salvezza per l’ambiente ma lo è anche per l’economia locale e la ricchezza del territorio. I benefici di promozione delle eccellenze possono, se ben sviluppati e promossi essere anche un volano per il Turismo sostenibile ed enogastronomico.
Per questo è auspicabile, forse addirittura urgente e necessario che l’Amministrazione comunale metta a calendario la nascita e l’inaugurazione del Mercato contadino di Lecco e del suo territorio.

Valmadrera, Osnago hanno da tempo sperimentato questa soluzione.

La nostra provincia ha tanti prodotti di qualità a “chilometro zero” in vetrina. Prodotti e consumati in pochi chilometri con risparmi notevoli.

Qualità, genuinità, tipicità e convenienza sono alcune delle principali qualità che un “Mercato Contadino” con regolarità e fors’anche itinerante per i quartieri e il centro, deve essere sostenuto, inizialmente finanziato e continuativamente promosso e sostenuto da una seria ed efficace programmazione Comunale.

Ortaggi, frutta, formaggi, marmellate, fiori, salumi, pesci, vini,carni e molte altre cibarie provenienti dai coltivatori e dalle aziende agricole locali. Quella dei “chilometri zero”, infatti, è un’altra caratteristica del mercato, che si inserisce all’interno del “Sistema di filiera corta” che insieme agli altri enti Locali deve essere promossa come priorità amministrativa.

Con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni professionali agricole e dei commercianti ambulanti. Presso questo mercato sarebbe bello per esempio veder messe in vendita le produzioni tipiche, tradizionali e locali che si distinguono per territorialità, qualità organolettica caratteristica, trasparenza del prezzo, rispetto della salubrità, ecosostenibilità e tracciabilità del processo produttivo.

Un mercato ovviamente aperto ai produttori agricoli e agli operatori dell’artigianato agroalimentare della Provincia di Lecco.

Così da essere portatore di benefici sia al mondo della produzione che ai consumatori attraverso la diminuzione dei passaggi della catena distributiva, favorendo la cosiddetta “filiera corta”.

I cittadini, in questo modo possono acquistare prodotti di eccellente qualità a prezzi convenienti rispetto a quello al dettaglio dei grandi ipermercati e i produttori contemporaneamente possono essere seriamente e adeguatamente valorizzati.

Far nascere e sostenere il mercato contadino e la filiera corta è perciò un modo per aiutare l’economia locale, inquinare meno e mangiare più sano e genuino.

Senza però essere in concorrenza coi negozi di prossimità che potranno essere strumento per poi trovare presso di loro i prodotti che inizialmente vedono accoglienza e promozione presso il solo Mercato dei contadini.

Sarebbe buono che il Comune ci provasse, vero?
Paolo Trezzi