LE ELEZIONI IN GRECIA
TRA RIVOLUZIONE E DISATTESE
ANCHE LECCO DISCUTE

RIVOLUZIONE (4)

LECCO – Un incontro pubblico promosso ieri presso la sede provinciale dell’Arci dalla sezione lecchese di “Sinistra classe e rivoluzione”, per discutere degli avvenimenti politici che hanno scosso la Grecia negli ultimi mesi e soprattutto per dare risposta ad una domanda: “Com’è possibile che una forza politica che ha fatto del ‘No’ alla Troika il suo senso di vita, e che ha poi firmato un accordo che obbliga la Grecia a piegarsi ai diktat dell’Unione Europea e della Merkel, abbia poi vinto di nuovo le elezioni?” si chiede Sonia Previato coordinatrice nazionale del movimento.

È una domanda importante, che dobbiamo farci anche noi italiani, noi lecchesi, una domanda che dovrebbero farsi tutti i lavoratori che dal 2007-2008 stanno pagando la crisi, perché “la lotta di classe non conosce confini, come non conosce confini il sistema economico in cui viviamo” aggiunge Mauro Usuelli responsabile politico del gruppo di base lecchese.

La questione è: può la politica e l’elettorato che la legittima esercitare il proprio controllo sull’economia? “Quando Tsipras ha vinto le elezioni per la prima volta, gli occhi di tutto il mondo erano puntati su di lui: per la prima volta un partito della sinistra radicale va al governo, con l’intento dichiarato di non piegarsi alle misure ‘lacrime e sangue’ che gli organismi economici europei stavano imponendo ai paesi più colpiti dalla crisi” aggiunge Previato. Come sono andate le cose è ormai storia: un braccio di ferro tra Tsipras e Merkel che ha portato sul tavolo un accordo, il quale prevedeva che la Grecia si sottoponesse a misure durissime in cambio di una serie di nuovi prestiti da parte della banca europea. I cittadini greci che scendono piazza, protestano e si riversano nelle urne quando viene indetto un referendum per decidere se accettare o meno le condizioni proposte dalla comunità internazionale. Tutto sembra pronto per la rivoluzione che alcuni bramano e altri temono, il mondo intero guarda a quello alla vicenda greca col fiato sospeso, ma infine il governo firma il memorandum: “non c’era alternativa”. Il ministro dell’economia Varoufakis si dimette, la maggioranza più a sinistra manifesta malumori e ad agosto il primo ministro si dimette.

sinistra classe rivoluzioneNuove elezioni ma stesso risultato e Tsipras torna alla guida del governo, ma la situazione è molto cambiata: l’astensione è la più alta della storia democratica del paese, la maggioranza è ora sostenuta dalla classe borghese e il nuovo partito di sinistra nato dalla scissione da Syriza non arriva al 2%. “Il movimento lavoratore è stanco e deluso, ha messo alla prova tutte le organizzazioni democratiche che lo potevano rappresentare ma esse lo hanno tradito, dimostrando che non basta lottare e non basta lottare a sinistra: quello che serve è un partito rivoluzionario di massa. – afferma convinta la coordinatrice – Siamo in un contesto internazionale in cui molte cose si muovono, basti pensare a quello che sta succedendo in Gran Bretagna col Labour Party e in Spagna col voto delle amministrative in Catalogna. In tutti i paesi in poco tempo il movimento operaio sta avendo un momento importante e si sta accorgendo che affidarsi ad un leader carismatico non basta. Quello che serve è un partito che fa quello che dice e che dice quello che fa; un partito che si affidi alle masse e a cui le masse si possano affidare. Questa è l’unica strada percorribile per una proposta rivoluzionaria seria”.

 

Manuela Valsecchi