LE REAZIONI ALLA CANDIDATURA
DI BRIVIO A ‘QUASI MINISTRO’.
PARLANO VALSECCHI, RUSCONI,
FRAGOMELI E SIMONA PIAZZA

LECCO – Pioggia di commenti alla notizia (vedi articolo su Lecco News) della possibile investitura dell’attuale sindaco di Lecco Virginio Brivio alla carica di sottosegretario – in realtà un “quasi ministro” agli Enti locali nel Governo Conte2.

Per Lecco sarebbe un orgoglio avere una propria personalità a quel livello – commenta il super assessore Corrado Valsecchianche perché dopo Castelli e M.V. Brambilla da tempo la nostra città è trascurata e manca di rappresentanti a livello centrale nell’esecutivo.

“Qualsiasi decisione Brivio prenda, che sia un doppio mandato o le strade possibili, come incarico al vicesindaco Bonacina, la città è preparata. Siamo oramai nella fase finale del mandato e tutta la programmazione è stabilita. Nelle opere pubbliche (dalle asfaltature al Teatro Sociale al ponte Kennedy), nell’lstruzione e Welfare serve solo controllare che quanto pianificato sia eseguito e secondo i piani pluriennali. Indipendentemente dalla posizione politica, Lecco dovrebbe pensare al carpe diem e Brivio per quell’incarico sarebbe una scelta giusta, perché è persona preparata, sicuramente meglio di qualsiasi politico visto in quelle posizioni negli ultimi 14 mesi“.

Colto di sorpresa il parlamentare del PD Gian Mario Fragomeli che, pur non dubitando dell’ipotesi relativa al prestigioso incarico per Brivio, giudica prematura ogni previsione in materia:

Stiamo ancora ragionando di ministri e programmi, per i sottosegretari è decisamente presto. Certo però – annota il deputato brianzolo – se la cosa andasse in porto sarebbe importante, per l’esperienza specifica di Virginio e anche in funzione delle conseguenze a favore del territorio lecchese. Ne saremmo tutti soddisfatti, al netto degli effetti da valutare sul governo della città capoluogo“.

Chi al Parlamento c’è stato a lungo e oggi è tornato a fare il sindaco di una città vicina a Lecco è Antonio Rusconi, primo cittadino di Valmadrera e politico di lungo corso, uno che conosce la macchina a livello centrale: senatore, capogruppo in Commissione scuola nel governo Monti, amministratore locale e qualcuno sostiene iniziatore dell’impegno politico di Virginio Brivio, negli anni di avvio della carriera. Naturale chiedergli un parere.

Che cosa farà il sindaco di Lecco?
Ora come ora, la discussione sul Governo riguarda sicuramente i dicasteri e la loro collocazione – si protegge Rusconi – poi si passerà ai nomi di eventuali ministri”.

Il navigato politico stamane si è mostrato scettico sulla possibilità che Brivio lasci Lecco a cinque mesi da fine mandato. Forse il doppio incarico, se possibile, potrebbe essere la strada preferita. Il Pd locale sarebbe comunque pronto, secondo Rusconi, anche nell’ipotesi del distacco della spina dal quel ramo del lago di Como da parte dell’attuale primo cittadino.

Già nei mesi scorsi, in tempi in cui il governo giallo-rosso era una pura ipotesi remota, in vista delle amministrative di primavera per il capoluogo lariano, le diverse candidature alla successione di Brivio erano girate e valutate. Insomma il Virginio ‘romano’ – per l’ex senatore di Valmadrera – non sarebbe un problema per la governabilità della città, anzi: “Conoscendolo, Brivio possiede i titoli, le esperienze e le capacità per coprire l’incarico. È un interlocutore autorevole a livello governativo”.

E sull’eventuale “dopo Brivio”, Simona Piazza assessore comunale  alla Cultura e Sport, il cui nome gira in vista delle consultazioni primaverili, getta acqua fredda su se stessa con un discorso lineare: “Prima di tutto va valutata la compatibilità ai due incarichi (di Brivio n.d.r). Certamente i questionari sono già stati distribuiti, poi però andranno valutati. Ci saranno degli incontri con i candidati a capolista che produrrà una valutazione collegiale delle proposte all’interno del partito. Il tutto per arrivare alle primarie”.

Sulla possibilità di Brivio regista della valorizzazione delle autonomie locali Piazza esprime gioia: “Sarei molto contenta se così fosse. Per caratura politica e competenze istituzionali lui è la persona giusta“.

N. A.