LEUCI, I LAVORATORI REPLICANO
A “CARTA VETRATA”

Abbiamo letto l’inizio dell’articolo della solita ( o solito ? ) C.V. comparso il 26 settembre sul vostro giornale on line che spesso, e ve ne ringraziamo, ci è stato vicino nella nostra pluriennale azione “dal basso” volta al rilancio ed alla “reindustrializzazione“ dell’Area Leuci.

Ne abbiamo letto solo l’inizio perché comprendendo il “solito” interloquire di questa fantomatica casalinga in odore, in realtà, d’intellettualismo salottiero maschile, dispensatore di saccenti “lezioni di vita” (mascherate da satirica ed un po’ acida ironia) e non vorremmo dedicargli più di tanta attenzione evitando così d’alimentare inutili polemiche e distogliendo dalle questioni reali.

Una cosa è certa: questa/o  C.V.  ci vuole molto bene!

Essendo ogni opinione legittima (meglio sarebbe se non nascosta dietro sigle o fantomatiche figure…)  ci limitiamo a dire che ha compreso tutto quello che sta alla base della nostra pluriennale azione “dal basso”. Complimenti, è talmente intelligente da non capire che così fornisce ulteriori alibi al cosiddetto “Sistema Lecco” ed alle sue inerzie!

Intendiamo, invece, prenderne spunto per sottolineare alcuni significativi aspetti che, pur avendo già espresso nel corso della riuscita serata oggetto dell’articolo, necessitano evidentemente di ulteriori precisazioni, senza le quali si correrebbe il rischio di alimentare involontariamente una sorta di “visione  sognante” e di scarso “pragmatismo” che potrebbe essere  a noi attribuita, non si sa bene a quale titolo. Ringraziamo quindi in qualche modo la vostra graziosa/o articolista che ci consente così di farlo.

Nel titolo si parla di aria fritta facendo apertamente capire che invece di concretezza e pragmatismo ci sarebbe bisogno.

Ma chi dovrebbe tradurre quelli che sono presentati come sogni, ma secondo noi invece sono reali potenzialità valutabili nel novero anche di altri contributi “progettuali”, in altrettanti  studi di fattibilità e progetti industriali?

Siamo noi lavoratori che dobbiamo anche farci carico di una “progettualità” esecutiva?

Questo, e sono tanti le associazioni, i cittadini e le realtà vive che ci supportano e  che la pensano come noi, riteniamo sia un compito specifico di quello che un po’ pomposamente viene definito “Sistema Lecco”, cioè un sistema di “regia” che coinvolge i vari attori del nostro Territorio che dovrebbero farsi carico di individuare, promuovere, sostenere ed implementare soluzioni concrete per la reindustrializzazione dell’area.

Come ricordato anche durante la serata ci sono documenti scritti in regione che attestano, dopo una “perlustrazione sul campo” di eminenti figure istituzionali regionali, che il nostro Territorio ha individuato espressamente come prioritaria la reindustrializzazione dell’ area Leuci assieme alla riqualificazione dell’ex pizzeria Wall street (già finanziata operativamente). Abbiamo anche citato a mo’ d’esempio verbali scritti del cosiddetto “Tavolo Provinciale”, che ha coordinato sinora la ricerca di adeguate soluzioni, dove il presidente  della locale Camera di Commercio rivolgendosi ai rappresentanti dell’azienda/proprietà decisamente sosteneva che “il Progetto di reindustrializzazione dell’area può contare sul sostegno di tutti gli attori del nostro territorio, circostanza straordinaria che qualsiasi imprenditore vorrebbe che si verificasse”.

Il consigliere regionale Onorio Rosati, espressamente da noi invitato, ha ben evidenziato le ottime opportunità di finanziamento offerte dalla recente legge regionale “Lombardia Impresa” che potrebbe ben finanziare con importi molto significativi (fino a 2 milioni di euro con coperture fino al 100 % degli investimenti oggetto di ciascun “accordo di competitività”) potenzialmente attivabili anche, come da lui sottolineato più volte, per la reindustrializzazione dell’area.

E’ inoltre ormai arcinoto a tutti che il Consiglio Comunale di Lecco ha “non casualmente” ed all’unanimità mantenuta, nel recente PGT, la destinazione esclusiva produttiva dell’area, dicendo un chiaro no alla richiesta di farvi appartamenti ed uffici  da parte della proprietà, che però non si è mai detta chiusa del tutto ad una trattativa sulla vendita o affitto dell’area o di sue quote.

Abbiamo poi sollecitato e constatato direttamente ( e la presenza alla serata di vari consiglieri regionali, non solo locali, è li a testimoniarlo) un’unanimità d’intenti – aldilà delle appartenenze politiche – nel sostenere a livello regionale possibili progetti di reindustrializzazione dell’area, del resto confermataci anche direttamente dallo stesso assessore regionale alle Attività Produttive, Melazzini.

E’ questo il quadro di riferimento  (ma ci sono altri elementi pregnanti e favorenti la reindustrializzazione), che abbiamo anche noi ben contribuito a costruire, in cui abbiamo “calato” le nostre 3 “proposte” al solo scopo di dimostrare che ci sarebbero idee concrete, prospettive praticabili, tecnologie “vincenti” (di breve, medio e lungo periodo)…. insomma esempi e direzioni virtuose percorribili. Del resto la Camera di Commercio aveva direttamente confermato al “Tavolo Provinciale” (ma anche in successive dichiarazioni mediatiche) la propria disponibilità a finanziare uno specifico “Studio di fattibilità” purchè espressione di un lavoro congiunto delle varie realtà coinvolte nel “Tavolo” e che ne indicasse la direzione.

Coerentemente quindi ed al solo scopo appunto di indicare alcune direzioni (con qualche elemento contenutistico, non certo esaustivo, ma che ne dimostrasse la congruità e percorribilità), e senza volerci sostituire come più volte detto ad Istituzioni e “Sistema Lecco”, abbiamo fornito un nostro “contributo”, che non sarà certo l’ultimo, attraverso questa serata.

Questo, diciamolo pure, per contribuire a togliere alcune inerzie e anche qualche alibi all’impegno concreto che vediamo più o meno velatamente profilarsi , e non da oggi.

Ecco perché molti altri, lavoratori e cittadini che ci sono vicini, ci dicono che la nostra è una vicenda paradigmatica che può e deve rappresentare un modello non solo di non rassegnazione a chiusure purtroppo sempre più diffuse di attività produttive, ma anche di propositività attiva e di stimolo alla corresponsabilità di tutti.

Diciamo, e ci dicono, che la “ vicenda Leuci” è una vera e propria sfida alla capacità di un intero Territorio, ed anche oltre, a saper rinnovare la propria vocazione manifatturiera, non disgiunta da una “visione” economico-sociale, invertendo tra l’altro, come anche affermato da uno dei tanti interventi venuti dalla folta e partecipata cittadinanza presente in sala, una purtroppo storica tendenza allo svuotamento speculativo di aree importanti.

Ora ci aspettiamo la coerente convocazione del “Tavolo Provinciale” prevista per il  rientro dal periodo “feriale”, come formalmente garantitoci nell’ultimo suo incontro, allo scopo di attivare la cosiddetta fase 2 e cioè la motivazione, consultazione, ricerca e convocazione di imprenditori (di settori vari) a vocazione innovativa o in ricerca d’innovazione per il proprio rilancio, potenzialmente interessati.

Del resto la risposta al gravissimo  problema sociale della crescente disoccupazione può trovare una soluzione solo di “sistema” e quindi il “sistema lecco” per definizione e sostanza non può dipendere solo da un si od un no di uno o due imprenditori ! che sistema sarebbe se dipendesse da scelte “individuali” ?

Da sempre riteniamo che il valore di un Territorio, come anche di un intero Paese, stia anche e soprattutto nella sua capacità di produrre posti di Lavoro … ed i posti di Lavoro non sono un concetto astratto ma devono essere concreti come concreto è il Pane!

A tutti far la propria parte !

Anche i “fini” intellettuali, mascherati da improbali casalinghe

Gli ex Lavoratori Leuci