NATALE E I TRE DONI DI TRENORD:
OLTRE LO YOGA, LA PALESTRA
E L’IPNOTICA BRIANZA INDUSTRIALE

treno oltreIl Natale è quel periodo dell’anno in cui si respira una convenzionale tensione al divenire più buoni. Ma c’è qualcuno che quotidianamente -non solo in prossimità delle feste- raggiunge picchi di inedita bontà: Trenord. Come negare infatti il profluvio di doni non richiesti ma tenacemente elargiti ai pendolari della linea Lecco-Milano?

Primo dono: Trenord appaga i più reconditi desideri del pendolare medio, a cui disvela -contro la sua volontà- un’autentica vocazione al viaggio. Il pendolare esperisce infatti quotidianamente l’inflazionata massima del “non conta la meta, ma il viaggio”, che potrebbe essere comodamente commutata in un nuovo aforisma e possibile futuro motto aziendale: “conta il viaggio, non conta arrivare in orario alla meta“. L’esaltazione del valore del viaggio è la ragione precipua delle ripetute soste nel bel mezzo della ridente Brianza: come poter altrimenti ammirare la misconosciuta bellezza di un capannone industriale, se non con il tradizionale arresto del treno tra le stazioni di Cernusco e Merate? Del resto, sponsorizzare -con ineguagliabile finezza pedagogica- l’accurata conoscenza del territorio è uno degli obiettivi di Trenord.

Secondo dono: Trenord crede fermamente nell’importanza del mantenimento della forma fisica. Quale personal trainer può vantare una spinta motivazionale migliore di un ritardo di almeno dieci minuti ad un importante impegno lavorativo? Correre per cinque giorni a settimana dalla banchina della stazione Centrale di Milano fino ai tornelli della metro è un’attività rigenerante e tonificante, forse già in lizza come futura disciplina olimpica. Per non menzionare poi il singolare fenomeno di escursione termica che si verifica fra i diversi vagoni di un convoglio: in pochi metri il pendolare attraversa una decina di latitudini, dalle regioni artiche alle subsahariane. Quale sauna potrebbe reggere il confronto?

Terzo ed ultimo dono: non solo la salute fisica ma anche quella psichico-mentale è tutelata e garantita da Trenord. Per i pendolari, niente più corsi di yoga o di meditazione  per ridurre lo stress e rilassare la mente. Resistere alla tentazione di insultare l’ironica voce preregistrata che ti accoglie sul vagone con un ottimistico “Trenord vi augura buon viaggio” e ti lascia con un desolante “siamo arrivati con x minuti di ritardo, Trenord si scusa” è un esercizio più che sufficiente. Addomesticare i propri impulsi verbalmente aggressivi contro il personale ferroviario e il mondo umano in generale è il traguardo non indifferente che Trenord, con meritoria costanza, si prefigge di far raggiungere ai propri clienti.

Pertanto, cos’altro potrebbe desiderare un pendolare? Forse un servizio corrispondente al prezzo degli abbonamenti e consono agli standard della decenza?
Meno utopisticamente, solo di poter arrivare in orario. Almeno una volta, almeno una mattina.

Ileana Noseda