NOMINE, NOMINE DELLE MIE BRAME: CHI SARÀ IL PIÙ “TROMBATO” IN QUESTO REAME?

LECCO – Tra le lettere al direttore che i giornali ricevono, ogni tanto si scovano delle autentiche “perle”. E’ il caso di quella che proponiamo oggi; la nostra redazione ne scarta parecchie ogni giorno,  stavolta invece ha considerato con attenzione  quella che sembra proprio una sorta di “insider“, una nota che pare venire da dentro il mondo della politica.
Con democristiana amicizia e un pizzico di sana ironia“…

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Egregio Direttore,

                     non sono abituato a scrivere ai giornali ma, vincendo la mia naturale ritrosia, Le chiedo ospitalità perché questa volta sono davvero indignato e non sono l’unico. Ho letto che le “ultime” nomine negli enti sovraccomunali hanno  rafforzato la pattuglia dei lecchesi in quel di Milano e questo potrebbe essere un bene per il nostro territorio. Si vedrà, ma non è questo il punto. Checché se ne dica è, infatti, più importante essere ben rappresentati che aver piazzato qualche sbiadita bandierina su posizioni “politiche”  indiscutibilmente considerate di seconda o terza fila. Erano le ultime per quello? Comunque, con l’augurio di buon lavoro, complimenti vivissimi soprattutto ai fortunati concittadini prescelti e incaricati per autorevoli ruoli tecnico-professionali.

Se ne sentiva davvero il bisogno?

TROMBATOSono invece rimasto basito per il trattamento riservato a qualche accreditato personaggio, che bazzica da decenni le politiche stanze del natio borgo ma che, per l’occasione, aveva ben altre aspettative. Figure ritenute di spicco e di alto profilo, invece, se ne andranno in vacanza con una mano davanti e una di dietro, facendo pure finta di esser contenti. Evidentemente non c’è più la riconoscenza di una volta per il lavoro svolto coscienziosamente, in favore del bene comune (sic!!). In passato, soprattutto in materia di nomine, i maggiorenti non avrebbero però sbagliato il colpo: contavano più parentele ed etichette in odor di sacrestia, fatte valere senza tema di interferenza alcuna. Quelle si che eran garanzie degne “di fede”.

Bei tempi?

Ma vi sembra il caso?! A chi erano già stati scippati in rapida successione uno scranno senatoriale, una appetibile poltrona alla  camera bassa ma anche un comodo sedile assessoril-consigliere (e più,e più,e più!!) dopo lunga e penosa malattia, all’ultimo momento, hanno rifilato solo un modesto posticino da portatore d’acqua ma da dividere, per due. Per poi stare in brache di tela al servizio di un presidente plenipotenziario, che le decisioni le prenderà in stretto contatto con i palazzi che contano? Che, ahinoi, non albergano certamente nella manzoniana Lecco. Fin dall’inizio infatti in pochi si illudevano, fra i ben informati, che  i  capi avrebbero facilmente consegnato i cordoni della borsa, all’uomo “sbagliato”.

Nel bar vicino al municipio, nei giorni scorsi, si ironizzava pesantemente sulla semi-trombatura del solito noto, ora in disarmo, e qualche avventore più acculturato declamava per l’occasione la favola di Fedro, la volpe e l’uva. Salta fin che vuoi ma se il grappolo non è per te, ciccia!! “Bel cuntentass… meii nagott che un palturell insci strecc!! Rincarava così la dose e sghignazzava senza riverenza alcuna un altro avventore, di padana e meneghina cultura. E giù a ridere anche gli altri, senza ritegno.

Che tristezza Signor Direttore. Le assicuro che, umanamente più che politicamente, mi ha fatto davvero male assistere alla impietosa sceneggiata e ancor di più ha ferito la mia sensibilità co-tanta perfidia, nei confronti di chi molto ha già dato e tanto smaniava per lavorare ancora, indefessamente, per la nostra amata città e per i suoi laboriosi cittadini. Così vanno le cose, in questo mondo senza più riconoscenza? Fra un ricorso e l’altro, per lui, è finita così. Certe ingiustizie, però, proprio non le mando giù!!

Chi la fa l’aspetti?

Con democristiana amicizia e un pizzico di sana ironia, buone vacanze a tutti.

Lettera  firmata