RESISTENZA E MEMORIA:
DUE “PIETRE D’INCIAMPO”
NEL RIONE DI ACQUATE

LECCO – “Le azioni erano mostruose ma chi le fece era pressoché normale”: Enrico Avagnina, presidente dell’ANPI provinciale, cita Hannah Harendt questa mattina ad Acquate, “primo rifugio dei partigiani e luogo impregnato di memoria”.

In via Resegone 16 l’artista tedesco Gunter Demnig ha posato due pietre d’inciampo in memoria di Pietro e Lino Ciceri, antifascisti uccisi nei campi di Gusen e Fossoli. Dal 1996 Demnig ha posato più di 70mila stolpersteine, formelle della memoria poste nelle vicinanze delle case dove hanno abitato le vittime delle deportazioni naziste, perchè come recita il Talmud “un uomo viene dimenticato solo quando il suo nome viene dimenticato”.

“A Lecco molte vie sono state dedicate a persone o eventi della Resistenza e spesso con l’aiuto delle scuole sono stati creati dei pannelli informativi posti in città”, comincia il sindaco Virginio Brivio. “Quella di oggi però è una tappa nuova e diversa, che cade alla vigilia di un appuntamento elettorale importante, quello delle europee di maggio. Mi auguro che sia un’occasione per riprendere i valori fondativi: l’Europa non può essere la somma di egoismi e rancori”, sottolinea Brivio.

Il prevosto di Lecco, monsignor Davide Milani, aggiunge: “In greco c’è una parola, skandalon, che indica una pietra su cui metti il piede e ti fa perdere equilibrio. Mi auguro che tutti possano provare scandalo e indignazione di fronte alle persone perseguitate e uccise, anche oggi”.

Il consigliere provinciale Luigi Comi invece afferma: “Oggi ricordiamo due martiri. Abbiamo il dovere di allontanare tutti quei rigurgiti fascisti e nazisti che ci sono ancora in Europa. Solidarietà, accoglienza, integrazione, rispetto della persona: abbiamo bisogno di questo”.

A chiudere, il coro dell’Istituto Comprensivo Statale Lecco 2, accompagnato dai presenti, ha intonato il canto partigiano Bella ciao.

Ileana Noseda