RUBRICA MUSICA&DINTORNI:
CIQUI SI RACCONTA: “IL CANTO
È UNA SCOPERTA CONTINUA”

LECCO – Federica Spreafico, in arte Ciqui, canta e insegna canto. Si esibisce con Stefano Fumagalli, in arte Farraz, chitarrista e produttore. Il duo, moglie e marito, ipnotizza il pubblico durante matrimoni, serate, festival e ha colorato alcune strade europee. Ciqui e Farraz stanno lavorando ad un nuovo progetto – Earth-Beats – e hanno con successo ottenuto la selezione della canzone “Mettici la salsa!”, scritta insieme a Francesca Negri, nella 62esima edizione dello Zecchino d’Oro, in onda a novembre sulla Rai.

Da cosa deriva il tuo nome d’arte: Ciqui?

Il ramo materno della mia famiglia ha origini peruviane, quindi da quella parte si parla un pizzico di spagnolo. Da piccola mi chiamavano tutti ciquitita, che significa piccola, abbreviato: Ciqui. Così questo è rimasto il mio nome.

Quando è iniziata la tua passione per il canto?

In realtà, già da piccola sognavo questa carriera. Ho cominciato a crederci veramente durante il mio quarto anno di superiori in America. Lì ho avuto la fortuna di incontrare un’insegnante incredibile, diventata fin da subito il mio mentore. Lei ha riconosciuto in me un talento grezzo e ci ha creduto tantissimo. Così ho cominciato a crederci anche io. Dopo essermi laureata in lingue ho deciso di iniziare il conservatorio Giuseppe Verdi di Como, e ora sto per laurearmi al biennio in canto jazz. Non vedo l’ora di poter mettere in pratica tutto ciò che ho imparato, e utilizzare questi nuovi mezzi per riuscire ad esprimermi al meglio.

Come si sviluppa ora la tua carriera come cantante?

Io canto insieme a Farraz, in un progetto che parte dal duo, ma si può allargare ad altre formazioni. Cantiamo e suoniamo principalmente cover, riadattate a modo nostro. Mi diverte utilizzare le nozioni apprese al conservatorio per lavorare a fondo sulle canzoni, destrutturarle, aggiungere parti improvvisate per creare un vestito cucito su misura per noi.

La volontà sarebbe quella di fare sempre meno cover e dedicarci sempre di più ai nostri pezzi originali. Qui nasce il nostro progetto inedito al quale stiamo lavorando. Io scrivo per me, ma amo anche seguire i cantanti nell’elaborazione dei loro dischi, ed è quello che faccio insieme a Stefano nel suo studio di registrazione – HDstudio. Dunque, sono anche autrice e vocal coach.

Amo ogni aspetto della mia professione e cerco di coglierli e sfruttarli tutti. L’anno scorso per esempio, durante un viaggio nel Nord della Francia e in Spagna, io e Stefano abbiamo scoperto che adoriamo suonare in strada. Abbiamo visitato dieci località e in ognuna di esse ci siamo fermati per esibirci su un marciapiede, o sul lungomare in mezzo ai passanti.  È stato bellissimo immergerci nel mondo degli artisti di strada e scorgere un rapporto del tutto nuovo e inaspettato con il pubblico. La gente si fermava appositamente per ascoltarci, perché incuriosita, senza che nessuno ci avesse mai sentito prima. Questo è uno scambio completamente volontario ed estremamente arricchente.

Io voglio cantare, questo è il mio desiderio, e lo sto realizzando senza però rinunciare alla vita normale, per poter vivere felice e realizzata, ma sempre nel mio mondo, nella mia casa.

In cosa consiste il progetto Earth-Beats?

Tutto nasce dal nostro viaggio di nozze in Perù e Argentina. Farraz ha portato con sé un registratore di suoni per catturare i momenti più speciali della nostra avventura e di ciò che abbiamo vissuto. Una volta tornati a casa abbiamo scritto dei brani ispirati a questa incredibile esperienza, inserendo anche i suoni registrati in quell’occasione. Insieme a questi pezzi abbiamo rielaborato delle canzoni di matrice sudamericana riadattandoli al nostro gusto. L’intento è trasmettere l’atmosfera magica che abbiamo vissuto in quei mesi, rievocare le melodie che abbiamo sentito nei villaggi sudamericani, trasformando il tutto in un concerto, in uno spettacolo composto da voce, strumenti acustici ed elettrici e suoni registrati. È un progetto al quale teniamo molto e non vediamo l’ora di condividerlo con il pubblico.

L’amore per la musica per te assume anche un’altra forma: l’insegnamento. Come vivi il tuo lavoro di insegnante di canto?

A 21 anni ho iniziato ad insegnare. Prima impartivo lezioni di inglese, poi ho scoperto un’immensa passione per l’insegnamento del canto. A Lecco sono docente nell’associazione culturale Futuro e Musica. Negli anni ho deciso di intraprendere questa strada che ho scoperto essere colma di stimoli e soddisfazioni. Nel futuro mi piacerebbe avere uno studio tutto mio.

I miei alunni ricoprono una fascia d’età vastissima: dai 9 ai 65 anni circa. Mi diverto molto, anche con le persone che vengono da me e cantano per la prima volta. In quei casi è tutto un progresso che riempie l’alunno, ma anche l’insegnante, di stupore. Con i cantanti invece cerco di offrire loro gli strumenti per esprimersi al meglio. Io sono convinta che la tecnica serva per dare la possibilità al cantante di poter dire quello che vuole come vuole. Lo scopo, secondo me, è imparare a comunicare con il pubblico, e io cerco di lavorare con i miei alunni nel profondo del brano del testo.

La cosa bella del canto è avere a che fare con uno strumento completamente nascosto. Tutto quello che ne esce è una scoperta continua, un viaggio anche psicologico che porta a lasciarsi completamente andare. Ci vuole una grande fiducia tra insegnante e alunno, e negli anni si crea un rapporto peculiare che mi rende ogni giorno sempre più felice. L’insegnamento quindi non è un compromesso, ma un’espressione altra della mia grande passione per la musica, oltre che un mezzo per migliorarmi quotidianamente anche come artista.

Alice Andrini