ACCUSATO DI RICETTAZIONE
VIENE SCAGIONATO DAL TESTE
CHE PERÒ ORA È NEI GUAI

tribunale lecco 11LECCO – Soluzione singolare per la vicenda giudiziaria di A. A., accusato di ricettazione per aver riparato nel 2011 la sua moto con pezzi che poi sono risultati rubati. Come ha spiegato questa mattina in aula quella che allora era la sua ragazza, “il mezzo ero molto vecchio, un giorno non è più partito e abbiamo deciso di portarlo da un nostro amico che abita sopra il viale Turati per aggiustarla. Mentre si trovava qui però la moto è stata rubata, per poi essere ritrovata a poche centinaia di metri, abbandonata con dei pezzi mancanti. Abbiamo fatto venire il perito dell’assicurazione che ci ha liquidato il danno per un valore di circa 200 o 300 euro, somma che abbiamo investito nelle riparazioni necessarie, di cui si è occupato sempre lo stesso amico”.

E proprio questo amico F. G. ha confermato per filo e per segno la versione della ragazza e quindi dell’imputato assistito dall’avvocato Guglielmana, mettendosi però nei guai: infatti il reato contestato è proprio quello di aver riparato la moto con dei pezzi che sarebbero stati rubati. Di conseguenza è stato nominato immediatamente un difensore d’ufficio per F. G., legale che gli ha consigliato di avvalersi della facoltà di non rispondere, mentre l’imputato è stato scagionato: lo stesso vice procuratore onorario ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato per la mancanza dell’elemento soggettivo e il giudice Maria Chiara Arrighi ha emesso una sentenza di non luogo a procedere.

M. V.