ADDIO A ENRICO GASPERINI,
PIONIERE E INNOVATORE
DEL WEB ITALIANO

MILANO – Enrico Gasperini era non introverso, ma tendenzialmente timido. Focalizzato sui suoi obiettivi non amava le ribalte e quindi di lui il grande pubblico sa pochissimo. Eppure era persona che innovava, imprenditore di internet della prima ora nel nostro Paese. E come Steve Jobs aveva fiuto per i cambiamenti che si sarebbero imposti nelle abitudini dei consumatori.
Stanotte ci ha lasciati, a soli 53 anni, falciato da un infarto.

Paradigmatico indicatore del nostro non essere mai orgogliosi dell’innovazione nostrana, di Gates e Jobs imprenditori lontani sappiamo tutto.

Del fondatore della prima web agency italiana ad essersi quotata in borsa, dell’associazione di categoria degli operatori internet, del presidente di Audiweb e del fondatore dell’incubatore Digital Magics, non conosciamo quasi nulla.

La sua è una parabola interessante: nato a Cesena, si laurea alla facoltà di Scienze dell’Informazione all’Università degli Studi di Milano. Brillantissimo, viene notato dal professor Giovanni Degli Antoni, anche lui un pioniere di quella che veniva definita Cibernetica e oggi chiamiamo Informatica o IT-Information Technology.
L’incontro è tra due menti eccelse. Degli Antoni diventa mentore di Gasperini. Lui, una volta lasciata la ricerca universitaria per l’imprenditoria, poco più che ventenne, resterà legato al suo maestro, lo citerà sempre sia alle persone che incontra perfino nel profilo in Linkedin.

A 26 anni fonda Inferentia: si tratta di una software house ma nel breve, intuendo che internet sta per rivoluzionare il mondo, la trasforma in una web agency alquanto sofisticata. In un piano lavorano i tecnici creatori di codici sotto la guida del socio, amico e co-fondatore Alberto Fioravanti, in un altro la parte creativa il cui percorso inizia con uno studio approfondito della semantica intorno al cliente, sovrintesa da Andrea Elestici, il terzo fondatore. E’ un’azienda che fa marketing applicato al web, materia ancora tutta da inventare negli anni Novanta.

I siti di Inferentia si riconoscono subito perché sono belli, originali, fruibili. L’impresa cresce e punta alla Borsa. Quasi una scommessa per un business innovativo e per la giovane età dei suo management (siamo nel 2000, sono tutti trenta-quarantenni) ma Gasperini fa le alleanze giuste, prima con Marco Benatti, big nel modo della pubblicità ora patron di Fullsix. E poi si quota fino a fondersi con il colosso del digitale DNM.

La fruizione di internet è ancora bassa, pochi milioni d’italiani ci navigano, così Gasperini spinge per la creazione di una associazione di operatori del settore (Assointeractive) e la dirige per tre anni fino a quando confluisce in Assocomunicazione, oggi Assocom. Gasperini rimane, prima come presidente di settore, poi come presidente nel 2013 e infine consigliere. Più prestigioso e delicato è il ruolo di Audiweb, l’associazione che monitora i siti italiani per descrivene l’utenza sia in termini quantitativi che qualitativi. Dati essenziali per chi deve investire in pubblicità.

Siamo ormai nei primi anni 2000, Gasperini lascia la sua web agency e dopo un po’ crea nel 2004 Digital Magics con il sempre fidato Fioravanti. I due rimangono innovatori, fino a riconoscere la propria natura di pionieri e di dedicarvici come manager di un “incubatore certificato di startup innovative digitali”. Sono trascorsi gli anni ma l’attrazione per la Borsa rimane e nel 2013 Digital Magics si quota all’AIM Italia – Mercato Alternativo del Capitale dedicato alle piccole e medie imprese.

Enrico Gasperini aveva sempre la porta chiusa dell’ufficio, per rispetto degli altri, non voleva invadere il corridorio col fumo delle sue numerose sigarette, ma bastava bussare per potersi confrontare con lui. Intelligente, pacato e con un sorriso tra l’imbarazzato e il sornione aveva ben in mente gli obiettivi da raggiungere, per i quali lavorava ore e ore, pure di notte.

E’ un esempio da tenere presente per chi fa imprenditoria innovativa. Lascia la moglie, tre figli e la vita troppo presto. A ben guardare, 53 anni sono davvero pochi anche nell’era “veloce” di internet.

Nadia Alessi