AGGRESSIONE A CALOLZIOCORTE:
C’È L’OMBRA DEL CYBERBULLISMO

baby-gangCALOLZIOCORTE – C’è lo spettro del bullismo sull’aggressione di Calolziocorte. L’inseguimento fuori da scuola di un gruppo di giovani ai danni di uno studente, ma soprattutto le minacce su Facebook dei giorni precedenti, spingono gli investigatori a pensare che si tratti di un atto di bullismo. Fenomeno molto chiacchierato negli ultimi anni, anche se a volte il termine è utilizzato per sitauzioni differenti.

“Per anni si è abusato di questo termine – afferma Giuseppe Napoli, psicologo e psicoterapeuta -, forse per scarsa conoscenza degli addetti ai lavori. Ora però se ne sa di più e si conosce maggiormente il tema”. Collaboratore dell’associazione “Icaro ce l’ha fatta“, Napoli gira per le scuole di tutta Italia parlando con gli studenti. “Si può definire bullismo solo quando è coinvolto un gruppo: c’è una vittima, un carnefice, alcuni che lo aiutano e altri che fanno da spettatori alla vicenda”. E ciò che è successo a Calolziocorte ha tutti questi elementi.

Fenomeno modernissimo è il cyberbullismo. “Capita spesso al giorno d’oggi – prosegue – e rispetto al bullismo tradizionale è un fenomeno più ampio”. E per certi versi più pericoloso. “Sulla rete non si capisce se la vittima sta male per alcuni comportamenti, mentre nel rapporto dal vivo sì. I social network stanno dando ampiezza a questo fenomeno”.

Per difendersi dai bulli serve una maggiore presenza dei genitori. “Devono guidare i propri figli nella rete, utilizzando l’esperienza e le conoscenze che hanno. Non serve essere informatici per farlo”. E dopo le ingiurie sui social network può arrivare la violenza fisica, proprio come nel caso calolziese, accaduto lunedì pomeriggio nel centro della cittadina.