ANDREA, MARATONETA
DI GARLATE: “CHE PAURA,
POTEVO ESSERE A BOSTON…”

RUGGIERO ANDREALECCO – “Avrei dovuto essere lì, ma fortunatamente ho deciso di non partecipare”. Andrea Ruggiero, 41 anni, originario di Lecco, ma residente a Garlate è scampato alla tragedia di Boston. Iscritto al gruppo sportivo Cometa di Pusiano, l’atleta lunedì, nel pomeriggio americano, sarebbe potuto essere in pantaloncini e maglietta a Copley Square. Ma, per sua fortuna, ha deciso di rimanere in Italia. “Ho preferito seguire alcuni lavori a casa mia – spiega – ogni anno organizziamo trasferte oceaniche con l’associazione sportiva, ma questa volta sono stato a Lecco. Alla maratona di Boston avevo già corso nel 2008, insieme ad Angelo Malighetti che ha partecipato a questa edizione”.

Lunedì sera, quando sono arrivate le prime immagini dell’esplosione, Ruggiero si è subito preoccupato per gli amici oltreoceano. “Ho mandato un messaggio ad Angelo, ma non mi rispondeva, allora ho iniziato ha inviare sms anche agli altri a Boston – dichiara Andrea –. La preoccupazione è scesa quando mi sono reso conto che, visto il tempo, molto probabilmente loro erano già arrivati da un pezzo. Infatti poi la compagna di Malighetti mi ha risposto tranquillizzandomi. Però poi sono stato inondato da decine di messaggi di conoscenti che mi chiedevano come stavano gli atleti in America”. Il gruppetto lariano ha visto la tragedia in televisione, anche se l’hotel in cui stanno alloggiando non è lontano da Boylston Street, il viale che conduce all’arrivo della gara. “L’unico che è stato lì pochi minuti prima del dramma è Ruggero Forni – sottolinea – non stava benissimo e ha chiuso in tre ore e mezza. Se si fosse dilungato qualche minuto in più avrebbe assistito all’esplosione dal vivo”.

Il cronometro della maratona si è fermato a quattro ore e nove minuti, un momento non casuale. “La fascia dopo le tre ore e mezza è quella dove arriva la massa – spiega Ruggiero –, non è un caso che le bombe siano state innescate proprio in quei minuti. Anche dalle immagini si vedono numerosi corridori, anche anziani, che percorrono il viale finale: con un’esplosione più forte i morti sarebbero potuti essere molti di più”.