ARCI E SINISTRA IN LUTTO,
MORTO GIOVANNI RIVA

Giovanni RivaLECCO – L’Associazione Ricreativa Culturale Italiana (Arci) di Lecco si unisce al lutto dei famigliari per la scomparsa di Giovanni Riva. Giovanni Riva è stato per l’Arci e per il mondo della sinistra, del movimento operaio e cooperativistico lecchese una figura di riferimento, capace di costruire concretamente esperienze mutualistiche e culturali popolari.

Giovanni, come la maggior parte dei ragazzi di quella generazione, iniziò a lavorare verso i 10 anni, cavalcando una enorme bici nera, traballando sotto il peso del cestone del pane da consegnare. Alternando la frequenza a scuola a un carico di frutta da sistemare e a una partita di stoffe da caricare sulle barche, a 14 anni vinse, insieme al fratello, la sua prima vertenza sindacale per vedersi riconosciuti i contributi in busta paga. Da allora in poi, operaio competente e gran lavoratore lottò, insieme al sindacato, per la difesa dei diritti dei lavoratori.

Negli anni ’50 la discriminazione verso i militanti comunisti era forte: Giovanni faticò a trovare un lavoro, ma non si arrese. Fu eletto consigliere comunale per il PCI a cavallo fra gli anni 70 e 80, si impegnò nella commissione politiche sociali, anche qui cercando di dare concretezza agli ideali universali in cui credeva, aiutando le persone a risolvere i problemi della vita di tutti i giorni.

Sempre in quegli anni, proseguendo il suo lavoro di attivista di base, cominciò ad organizzare, insieme agli altri compagni del partito, le feste dell’Unità anche nel piazzale davanti al lago, in via Cesare Cantù: fu proprio qui, nell’allora sede dello storico Circolo Arci Avvenire, che insieme agli altri soci diede vita prima al Circolo Arci Scighezz (dal soprannome popolare del vecchio circolo Avvenire: scighezzùn). Il Circolo divenne da subito luogo di cultura alternativa, ricreazione, aggregazione popolare. Dedicato al buon utilizzo collettivo del tempo libero e ai giochi socializzanti qui era possibile sperimentare la gestione collettiva del tempo, degli spazi e delle risorse.
Un luogo in cui i giovani musicisti di Lecco e provincia potevano dare spazio alla propria creatività, un luogo in cui chiunque volesse portare avanti battaglie politiche, sociali, di salvaguardia dei diritti di tutte e di tutti avrebbe potuto far riferimento. Un luogo aperto a tutti, interculturale e intergenerazionale: un circolo Arci, nel cuore di Lecco, davanti al Lago.

Questa esperienza positiva ebbe funzione catalizzatrice ed aggregatrice di molte altre realtà: vedemmo infatti nascere quella del primo Gruppo d’Acquisto del territorio, organizzato dal Movimento Consumatori.
Arrivò poi la nascita, sempre in via Cantù, della sede del Comitato Provinciale, di cui Giovanni fu presidente fino circa all’inizio degli anni 2000: in quegli anni vedemmo sul territorio la nascita di molte associazioni Arci, il recupero e la riattivazione di molte storiche realtà circolistiche di tipo mutualistico e solidale.

Giovanni ha lasciato in eredità non solo all’Arci, ma a tutta la città e alla provincia di Lecco un prezioso patrimonio culturale: quello dei circoli tradizionali. “L’eredità di Giovanni a noi soci e alle future generazioni – raccontano dall’Arci – è in questi luoghi, che devono essere preservati e vissuti direttamente dal popolo, in un’ottica mutualistica e solidaristica, all’insegna della cultura di qualità organizzata dal basso e della riflessione sull’attualità e sui problemi di tutti i giorni che diviene anche impegno politico. Un’eredità fatta di grinta, di voglia di costruire, di impegno, di serietà e coerenza, di capacità di mettersi in gioco con impegno ma senza tralasciare quella sana leggerezza che, fra una battaglia e l’altra, lo portava a sedersi al tavolino del Circolo, bere un bicchiere di spuma e, fantasticando con gli amici e i compagni di sempre, trovare soluzioni creative per provare a costruire un mondo migliore”.