BANGLADESH/PAROLARI COSCIENTE
LA POLIZIA: “VOLEVANO UCCIDERLO”
SFIORATO DAL PROIETTILE, FERITO
CON UN COLTELLO. 10 ARRESTI

piero parolari missionarioDINAJPUR (Bangladesh) – Padre Piero Parolari è stato ferito in modo grave da tre malviventi. Ancora ignota l’identità dei colpevoli, ma la polizia ha arrestato dieci membri di un partito fondamentalista islamico. Rimbalzo delle responsabilità tra opposizione e governo. “La situazione politica nel Paese è disastrosa. Il governo aveva promesso più sicurezza dopo l’omicidio del cooperante italiano Cesare Tavella”.

I tre attentatori armati di pistola e coltello che ieri mattina hanno aggredito Padre Piero Parolari, missionario del Pime “volevano ucciderlo”. Lo riferisce ad AsiaNews un confratello del sacerdote, ferito mentre si recava in bicicletta verso il Medical College di Dinajpur. Il religioso aggiunge che padre Parolari “è cosciente e parla. Egli è stato trasferito in un ospedale di Dhaka per precauzione, ma i medici hanno confermato che non è in pericolo di vita”. La fonte cattolica riporta inoltre che ancora non si conosce l’identità dei malviventi, ma la polizia ha arrestato dieci esponenti del Jamaat-e-Islami, il gruppo fondamentalista islamico di recente sotto i riflettori per il tentato omicidio di un pastore protestante.

Piero Parolari è un medico missionario e viceparroco di Suihari. Egli è presente in Bangladesh dal 1985, dove lavora presso l’ospedale di St. Vincent. Anche ieri mattina si stava recando in ospedale per curare due ragazzi feriti in un incidente stradale, quando è stato affiancato da una motocicletta. “Era nei pressi della fermata degli autobus – continua la fonte cattolica – di fronte ad un palazzo del governo. A bordo della motocicletta c’erano tre malviventi. Uno di questi gli ha sparato al collo, ma lo ha colpito di striscio, mentre un altro ha estratto una lama (forse un coltello cinese) e ha mirato alla carotide. È il taglio che ha provocato il danno maggiore. Parolari ha perso molto sangue”.

Il sacerdote è caduto a terra e ha sbattuto la testa, e presenta lividi sugli occhi ed ematomi sul corpo. I medici hanno deciso di trasferirlo in un ospedale di Dhaka per effettuare maggiori accertamenti. La cosa più importante, sottolinea il confratello di padre Parolari, “è che la polizia continua ad affermare che gli aggressori volevano ucciderlo”.

Almeno “quattro gruppi di intelligence stanno indagando sul caso” e la polizia ha chiesto ai confratelli del Pime “di rimanere in casa e di uscire solo sotto scorta”. La tensione nel Paese asiatico rimane alta, “dopo l’uccisione del cooperante italiano Cesare Tavella e del giapponese Hoshi Kunio”. La comunità cattolica non è un bersaglio, e i missionari non avevano mai subito attacchi in precedenza, continua la fonte ad AsiaNews, “ma gli stranieri sì, e le testimonianze dell’aggressione fanno supporre che si sia trattato di un attacco premeditato”. L’esercito ha messo sotto sorveglianza la comunità del Pime a Dinajpur e non permette i movimenti in assenza di scorta. Al contrario fino ad ora i rapporti tra missionari e popolazione locale erano sempre stati buoni, tanto che i sacerdoti si spostano con tranquillità con propri mezzi.

Secondo la fonte, “il motivo del tentato omicidio non è da ricondurre all’odio religioso contro la comunità cristiana, ma alla disastrosa situazione politica presente nel Paese. Il governo di Dhaka ogni giorno sta arrestando numerosi esponenti del partito di opposizione Bnp [Bangladesh Nationalist Party] e del Jamaat-e-Islami, in vista delle elezioni previste per dicembre, che ora sono state bloccate”. A conferma della tensione politica, aggiunge, “proprio oggi la Corte suprema del Bangladesh ha confermato la condanna a morte di due oppositori politici, ritenuti responsabili di crimini di guerra durante il conflitto indo-pakistano del 1971 [che condusse alla secessione del Pakistan dell’est, attuale Bangladesh indipendente – ndr]”.

Numerosi esponenti religiosi cristiani, indù e musulmani, stanno condannando in queste ore l’attacco al medico cattolico, stimato per il suo lavoro a favore dei bisognosi. Shamsuddin Ahamed, musulmano, dice ad AsiaNews: “Il tentato omicidio del sacerdote cattolico è inaccettabile. Questo tipo di attacchi rovina l’immagine del Bangladesh tra i Paesi sviluppati. Il governo deve assicurare la giustizia”. Promod Mankin, attivista cattolico e ministro per gli Affari sociali, afferma: “Condanniamo con durezza quanto accaduto. Vogliamo infliggere una punizione esemplare ai colpevoli”.

Da ultimo, il confratello di padre Parolari dichiara che è in corso un rimbalzo delle responsabilità sull’aggressione, con esponenti del Bnp che domandano al governo di “ricercare i veri colpevoli e non accanirsi con l’opposizione”.

 

Fonte: AsiaNews (PIME)

 

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