CHIARA, DAL LICEO GRASSI
AI LABORATORI CERN DI GINEVRA
PER PROGETTARE I ROBOT

chiara rivaLECCO – Sembra fantascienza, ma non lo è. Semplicemente è il futuro, neanche tanto lontano, che ci bussa alle porte. Questa è l’esperienza entusiasmante vissuta da Chiara Riva, brillante studentessa del liceo Grassi, dove frequenta la terza scientifico. Grazie ai contatti presi al Cern di Ginevra dalla loro docente, professoressa Magni, che nel mese di novembre aveva partecipato ad un aggiornamento in fisica contemporanea, i ragazzi hanno avuto la possibilità di avanzare la loro candidatura per aggiudicarsi uno dei tre ambitissimi posti che il laboratorio ginevrino riserva a giovani menti in alternanza scuola-lavoro. E Chiara, che evidentemente nella sua lettera di motivazione ha toccato i tasti giusti, è stata selezionata, insieme a due coetanei provenienti da altre regioni italiane. Così, dal 23 al 27 aprile, ha vissuto un’intera settimana di ricerche, incontri e sperimentazioni sul campo.

Incontriamo la ragazza nella sua scuola, pochi giorni dopo il suo rientro. La prima domanda verte sulle attività concretamente svolte e sull’organizzazione delle giornate.

CERNbot

“Le prime quattro mattine sono state dedicate a visite guidate del centro e a spiegazioni teoriche; di pomeriggio, invece, ho partecipato ad uno stage di robotica, progetto a cui lavorano giovani scienziati di varie nazionalità”. Ma cosa ci fanno i robot in un laboratorio di fisica come il Cern? A questa domanda Chiara sorride: “I robot sono fondamentali, soprattutto per la sicurezza personale degli operatori (nell’immagine a sinistra CERNbot, un robot completamente progettato dai ricercatori del CERN con funzionalità specifiche) dato che al Cern si produce radioattività. Inoltre sono utilizzati per attività di mantenimento. Io ho avuto l’occasione di muovere un robot telecomandato, e devo dire che non è per niente semplice! Il telecomando è ricco di leve, il robot ha tanti bracci che devono essere azionati nel modo corretto. Insomma, non è come pilotare una macchinina… Una parte fondamentale del lavoro dell’équipe, infatti, è rendere i robot user friendly per i tecnici”.

Robot BIOLOIDA questo punto, spinti dalla curiosità, le chiediamo: oltre a pilotare, avete provato anche voi a costruire un robot? “Sì, ed è stata un’esperienza davvero unica. Insieme ai due ragazzi che, come me, erano in alternanza, abbiamo costruito un piccolo robot umanoide e abbiamo anche iniziato a programmarlo (nella foto a destra Robot BIOLOID, montato dai ragazzi durante una delle attività di stage). D’altronde il nostro corso si proponeva di fornire un approccio alla robotica… e direi proprio che questo approccio c’è stato!”. Per concludere la nostra chiacchierata, le chiediamo cosa le ha lasciato questa esperienza, quale ricordo in particolare porterà dentro di sé. “Senz’altro l’ambiente del Cern: un contesto fervido di idee, animato da giovani di lingua, cultura, religione diverse, ma tutti uniti dallo stesso obiettivo: la scienza. Per questo non escludo affatto, in futuro, di tornare a Ginevra, magari in veste di ricercatrice o tecnica”.

Dopo aver salutato Chiara e averle augurato buona fortuna per il proseguimento dei suoi studi, riflettiamo su quanto il liceo Grassi sia attento ad intercettare le più qualificanti offerte formative per i propri studenti. E su come la tanto vituperata alternanza scuola-lavoro, quando pensata ed organizzata con serietà, possa diventare un’opportunità formativa davvero importante per i nostri ragazzi.

TIM treno robot radioattività LHC
TIM, treno robot per la rilevazione dei livelli di radioattività all’interno di LHC, in funzione della sicurezza