COMITATO ACQUA PUBBLICA CRITICA I SINDACI CHE HANNO SCELTO IDROSERVICE NUOVO GESTORE

LECCO – Il Comitato Lecchese per l’Acqua Pubblica ritiene illegittima la scelta dei sindaci della provincia di Lecco che il 5 dicembre hanno scelto di affidare il servizio idrico (provvisoriamente per il 2014) a Idroservice (società “satellite” della multiutility Lario Reti Holding), stante la “rinuncia” a proseguire nel servizio da parte di Idrolario.

“La scelta votata dai sindaci -scrive il Comitato – è, di fatto, illegittima poiché l’affidamento “in house” può essere fatto solo nei confronti di una società di primo livello, che abbia cioè il requisito del “controllo analogo” che deve sussistere tra l’affidante (i sindaci e la provincia) e la stessa società affidataria. Idroservice, essendo una società di secondo livello (poiché, di fatto, controllata totalmente non dai comuni ma da un’altra società, ovvero LRH), non ha questo requisito. Pertanto l’affidamento rischia di essere inficiato per illegittimità”.

“Le cose si sono messe male fin dalla nomina del nuovo amministratore unico di Idrolario, sig. Cavallier che, fin da subito, si è “messo al servizio” del volere dei sindaci del Pd e in particolare del primo cittadino di Lecco che, da sempre, ha spinto per affidare il servizio a Idroservice/LRH. Infatti Cavallier, come prima sua scelta, ha rinunciato alla gestione dell’acqua per il prossimo anno, senza nemmeno uno straccio di controllo del suo collegio Sindacale e/o di un inerme Comitato di Vigilanza e/o dell’assemblea dei soci, ovvero dei comuni.

I sindaci affermano che, con l’affidamento a Idroservice, questa dovrebbe, nel frattempo, uscire da Lario Reti Holding. Non spiegano però come e quando. Com’è possibile che i sindaci abbiano ignorato la delibera votata dalla Provincia solo qualche settimana fa, che giustamente ha “preteso” che per l’affidamento a una società in house, occorresse fin da subito possedere il requisito del controllo analogo?  Com’è possibile procedere con un affidamento che rischia la bocciatura per  illegittimità?

La storia, però, rischia di non finire qui. Diventando complessa (oltre che fumosa e costosa) una operazione di fuoriuscita di Idroservice da Lario Reti Holding per trasformarsi in società di primo livello, con una Provincia che rischia di scomparire per ragioni istituzionali, la gestione dell’acqua consegnata a Idroservice rischia di finire nelle mani del mercato. Infatti di servizi legati al mercato si occupa Lario Reti Holding, a differenza di Idrolario che si era “staccata” da LRH proprio per gestire il servizio pubblico dell’acqua, fuori dal mercato.

L’acqua nel mercato: questo sta avvenendo in provincia di Lecco, alla faccia dei Referendum votati nel 2011.

Quello che si evidenzia con nettezza da questa vicenda, è l’irrilevanza della politica e del volere dei cittadini (espresso col Referendum): a decidere sono gli amministratori delle società e non le assemblee. Le oligarchie e non le democrazie. I pochi e non i molti.

Ecco perché permane inalterata l’esigenza di un affidamento del sistema idrico provinciale ad un’Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico, che sia cioè fuori dalle “regole del mercato”, dai “giochi societari” e dalle “alchimie finanziarie”, ma coerentemente ispirata dalla sua ineludibile “mission sociale”, ovvero gestire un servizio pubblico secondo i criteri di efficacia, efficienza ed economicità. Consentendo, essa sì, un controllo diretto e reale da parte dei Comuni, con una permanenza nell’esclusivo quadro territoriale, garantendo anche spazi di una partecipazione effettiva alle scelte di base da parte della cittadinanza e dei lavoratori del settore.

Ma ora l’ultima parola spetta alla Provincia che a brevissimo si dovrà esprimere sulla scelta di affidamento. Il Comitato chiede coerenza: nella seduta di novembre il Consiglio Provinciale si è già espresso per l’affidamento “in house” a una società di primo livello. Pertanto il servizio “in house” NON potrà essere assegnato a Idroservice.

Nel frattempo, chiediamo al sindaco di Merate (insieme agli altri sindaci della Lega che, per “protesta”, non si sarebbero presentati alla Conferenza del 5 dicembre), di far seguire i fatti alle dichiarazioni: la delibera dell’Ufficio d’Ambito e della Conferenza dei comuni deve essere impugnata per illegittimità!  Sarebbe un segno, uno dei pochi, di chiarezza, oltre il gioco delle parti che complessivamente ognuno recita. In “gioco” c’è l’acqua pubblica e il volere espresso dai cittadini!”.