DADATI, “TRA DENTRO E FUORI” FORZA ITALIA. APRE LUI STESSO
IL DIBATTITO E LO FA SU FACEBOOK

LECCO – Che i social network siano diventati ormai una sorta di universo parallelo rispetto alla nostra realtà “fisica” è un dato di fatto. Al punto che, sempre più spesso, le discussioni su temi più o meno importanti si svolgono non più nelle piazze reali delle nostre città o nelle stanze, gli uffici o le sale riunioni bensì nell’agorà virtuale – ma tremendamente effettiva – proprio di Facebook e dei suoi fratelli.

BRAMBILLA E DADATIEcco allora che un comunicatore, a volte criticato ma certamente attento alle nuove “piazze” di cui sopra come Fabio Dadati ha deciso di portare in pubblico (appunto su web) il disagio nei rapporti con Forza Italia. Problemi che avevamo anticipato su LeccoNews qualche giorno fa, dopo il rientro in politica dell’ex assessore provinciale, richiamato nella nuova/vecchia formazione berlusconiana. Di oggi un lungo intervento (che riportiamo integralmente di seguito) sulla pagina personale di Dadati, che si conclude appunto con una sollecitazione subito raccolta da diversi soggetti: “Lo inizio a fare qui, sollecitando un dibattito”.

Ecco lo scritto affidato appunto al social network:

Nel mio breve intervento alla cena di Forza Italia Lecco di alcuni giorni fa, dove mi si chiese di seguire due aree territoriali, Val San Martino e Meratese e di far parte dell’esecutivo ristretto del partito, espressi alcuni concetti che stanno alla base del mio impegno nella società e, in questo caso, in politica: servire gli altri, sviluppare l’economia e creare posti di lavoro.
Sono temi che nelle poche settimane di ritorno alla politica non ho visto affrontare, se non marginalmente e senza convinzione.
Sembra che al partito interessi solo quanti voti si possono prendere, quanti Comuni si possono conquistare, in che modo si riesce ad apparire meglio degli altri partiti o dei movimenti, divertendosi a spettegolare di questo quell’esponente politico locale o nazionale.
Il mio intervento alla cena di Forza Italia è stato prima di tutto un appello, un grido di dolore, perché a me è sempre interessato il contenuto non la forma, cosa si vuole fare per la comunità e non il risultato elettorale; per me sono venuti sempre prima i cittadini del partito.
In questi anni ho sempre inteso il mio dovere come impegno a costruire una società più equa e civile, dove le persone sono rispettate non per il grado di successo materiale che raggiungono ma per come si comportano in famiglia e sul lavoro, dove le aziende sono deontologiche e il sistema pubblico non è vorace e gli permette di competere nel mondo.
A livello locale nei rapporti tra i partiti ho sempre privilegiato il rispetto di regole basilari di convivenza, ad esempio, se un sindaco uscente della coalizione di cui si fa parte si vuole ricandidare, ed ha dimostrato di essere onesto, lo si deve sostenere.
In queste settimane in Forza Italia ho anche sostenuto la necessità di valutare le persone a cui dare responsabilità nel partito sulla base dei titoli e dei propri comportamenti passati tenuti nei ruoli amministrativi e societari e partitici che hanno ricoperto. Se questi comportamenti sono stati molto negativi non ci si può far rappresentare.
Al commissario provinciale ho anche chiesto il rispetto della mia vita privata, perché per me prima viene la famiglia, poi il lavoro ed, infine, la politica.
In tutto ciò trovate la base del mio disagio che fino ad ora si era espresso tra le mura del partito trovandosi di fronte un muro.
Alcuni giorni fa, senza aver avuto alcun confronto personale, il commissario con un sms mi ha tolto le responsabilità che mi erano state date e che avevo accettato solo per spirito di servizio, ma che non anelavo ad avere.
Nessun motivo serio, comprensibile. che giustificasse un comportamento di nessun rispetto per la persona e di alcuna correttezza di rapporti.
Un capriccio? Forse, ma temo che dietro il capriccio ci sia molto di più.
Di sicuro non sono una persona che “sta a corte”, sono un uomo difficile da gestire perché il mio impegno politico non nasce dall’obiettivo di un posto o di facili guadagni o semplicemente per nutrire il proprio desiderio di autostima. Così come servo il cittadino con umiltà, così sono duro e diretto con chi ha potere. Chi mi conosce lo sa.
Ora bisognerà decidere cosa fare, non lo farò da solo ma chiamando al confronto la comunità di persone con cui ho condiviso fino ad oggi l’impegno politico.
Lo farà con incontrando gli amici di persona, lo inizio a fare qui, sollecitando un dibattito.