DEBITI ALLA CALCIO LECCO:
SONO “SOLO” 120MILA EURO
CON IL COMUNE

Rigamonti Ceppi DistintiLECCO – Non è solo una questione d’affetto. O probabilmente un po’ lo è. Ma una delle motivazioni principali che a ogni crisi societaria della Calcio Lecco fanno scattare sull’attenti Palazzo Bovara è prettamente economica. Il Comune vanta infatti un credito con via don Pozzi. “Circa 120mila euro – afferma l’assessore al Patrimonio Corrado Valsecchi – derivanti da alcune utenze che prima avevamo in carico noi, mentre ora sono state volturate al club. Per dire la verità la maggior parte di questo credito è maturato dalle gestioni precedenti, non dall’amministrazione di Daniele Bizzozero”. Una cifra non di poco conto per le casse di piazza Diaz, ma definita “non preoccupante”. Sul fronte Rigamonti-Ceppi, sempre di proprietà comunale, invece la Calcio Lecco ha un accordo per cui ha realizzato alcuni interventi allo stadio e in cambio ha il campo ha disposizione.

PALAZZO BOVARA LECCODopo l’arresto del patron bluceleste, accusato di collaborare con un’organizzazione che clonava carte di credito, e le perquisizioni della Guardia di Finanza negli uffici per verificare un eventuale falso in bilancio, a Palazzo Bovara hanno drizzato le antenne. “Con il sindaco Virginio Brivio abbiamo parlato della situazione – prosegue Valsecchi –. Come Amministrazione comunale poi avvieremo una riflessione interna per capire se farci promotori di sollecitazioni con privati cittadini per un eventuale aiuto a terminare la stagione. Poi attendiamo di capire come procederà la parte giudiziaria che per ora lambisce la società senza davvero travolgerla. Nel caso potremo sensibilizzare la città e gli imprenditori locali”.

Per mostrare vicinanza al club durante la partita di domenica con il Ciserano il primo cittadino sarà, salvo impegni dell’ultima ora, allo stadio e probabilmente al suo fianco siederà anche il leader di Appello per Lecco. “Siamo vicini alla squadra, come tifosi e amministratori – prosegue Valsecchi –, non abbiamo le risorse per aiutare economicamente la società, anche perché è privata, ma cerchiamo, dove è possibile, di dare una mano”.