DIALOGO E CONDIVISIONE:
SETTIMANA DELLA MONDIALITÀ,
TRA I GIOVANI ANCHE CLAUDIA

LECCO – La scorsa settimana a Pontenure, un piccolo comune del piacentino, poteva capitare di incontrare un gruppo di ragazzi: sulle magliette si leggeva la scritta “Ama la differenza, temi l’indifferenza”. Riuniti per la Settimana della Mondialità, questi 70 adolescenti provenivano da Algeria, Guinea Bissau, Israele, Italia, Macedonia, Madagascar, Moldavia e Uganda. Fra loro c’era anche Claudia Caslini, diciottenne neodiplomata al liceo scientifico G. B. Grassi.

La Settimana della Mondialità viene proposta dal Pontificio Istituto Missioni Estere e dall’associazione “A gonfie vele” come esperienza di convivenza, fraternità e condivisione fra giovani di culture diverse. Claudia aveva già partecipato all’edizione dello scorso anno ma ha deciso di tornare perché colpita “dalla bellezza del condividere delle giornate con ragazzi che, sebbene abbiano la mia stessa età, hanno un passato e un’esperienza di vita completamente diversi dai miei”. La scorsa estate aveva anche aderito a un campo PIME di animazione di strada in Campania ma quello della Mondialità per lei rimane decisamente “un campo unico e del tutto particolare”.

Tra gite e laboratori, il filo conduttore delle giornate è stata la lettura de Il piccolo principe. Divisi in gruppi, gli adolescenti sono stati quotidianamente guidati alla riflessione dai brani di Antoine de Saint-Exupéry. Fra i temi scandagliati con l’aiuto degli educatori: le relazioni, il ritratto di noi stessi con le nostre forze e debolezze, i valori che ci portiamo dentro. La sera poi, erano la danza o il teatro a parlare: non con le parole, ma con il corpo il dialogo tra i ragazzi proseguiva. Perché certamente, nel bel mezzo di una simile Babele di lingue, comunicare è stata la sfida più grande: “La cosa su cui ho fatto più fatica è sicuramente la lingua. Bisogna parlare inglese, ma è comunque difficile riuscire a farsi comprendere da tutti”, racconta Claudia. Ma dove la competenza linguistica non arrivava, supplivano ovviamente gesti ed espressioni del volto. E così condivisione e dialogo – punti cardine della settimana – erano comunque possibili.

Anche altre barriere sono state superate, oltre a quelle linguistiche. I ragazzi hanno infatti reciprocamente assistito e partecipato a tre differenti riti religiosi: la preghiera del venerdì per i musulmani, la celebrazione dell’inizio del sabato per gli ebrei, la messa domenicale per i cristiani.  “Mi ha stupito quanto ragazzi che vivono in parti opposte del pianeta possano superare le barriere culturali, religiose ed etniche, riuscendo a creare dei rapporti di amicizia che vanno al di là della semplice conoscenza”, commenta Claudia.

A fine settimana, tra qualche lacrima e la promessa di incontrarsi di nuovo, arriva il momento di tornare a casa. Nella valigia, la certezza di avere incontrato degli amici. E di avere capito qualcosa di grande. Per Claudia, “la bellezza del confronto e quanto sia importante ed utile riuscire a raccontarsi a qualcun altro che ha esperienze di vita completamente diverse dalle mie”.

Ileana Noseda