ECONOMIA/CONFINDUSTRIA
SUL PRIMO SEMESTRE 2016:
“PARZIALE CAMBIO DI MARCIA”

confindustriaLECCO –  I dati dell’Osservatorio Congiunturale relativo al primo semestre 2016, realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como, evidenziano un parziale cambio di marcia, in particolare rispetto alla seconda parte del 2015.

Dal confronto tendenziale rispetto alla prima metà del 2015 si rileva un incremento del 3% per domanda, attività produttiva e fatturato. Ugualmente positiva la variazione congiunturale rispetto al semestre precedente, con una crescita del 4,3%. Per la seconda parte dell’anno le attese sono nuovamente di lieve miglioramento, anche se di minore entità rispetto a quanto registrato nel primo semestre. L’indicatore relativo alla capacità produttiva, a quota 71,1%, risulta sostanzialmente in linea con il dato rilevato dalle precedenti edizioni dell’osservatorio e fa segnare una lieve contrazione rispetto al dato dello scorso dicembre (75,5%), mantenendosi comunque lontano dai livelli pre-crisi. Rispetto al semestre precedente, la percentuale di produzione realizzata tramite il ricorso alla subfornitura risulta stabile, con un valore complessivo al 4,3%.

Le vendite nei mesi finali del semestre, e in particolare tra aprile e giugno, segnano una prevalenza di indicazioni di aumento degli scambi, sia a livello domestico sia sul fronte del commercio internazionale. Per entrambi i mercati di riferimento, l’incidenza dei giudizi di crescita del fatturato corrisponde a più del doppio dei giudizi di riduzione, con un riscontro nelle variazioni congiunturale e tendenziale dello stesso indicatore.

impresa graficoConfermata anche l’attitudine all’internazionalizzazione delle imprese del campione: oltre un terzo (37,4%) del fatturato viene infatti realizzato all’estero. La principale area di destinazione delle merci è l’Europa Occidentale, dove è diretto oltre un quinto (20,4%) delle vendite totali. L’Est Europa (3,4%), gli Stati Uniti (2,9%), i BRICS (2,4%), l’America Centro-Meridionale (1,6%) e l’Asia Occidentale (1,5%) sono gli altri mercati geografici di interesse. Il dato riguardante il fatturato realizzato varia sensibilmente secondo la dimensione delle aziende del campione: le imprese di medie dimensioni vantano una maggiore propensione all’export, con una quota di oltre il 47% sul totale; per le imprese sino a 50 occupati, invece, le vendite al di fuori del mercato domestico pesano in media per il 30% circa. Si registrano differenze anche a livello settoriale: le aziende metalmeccaniche mostrano una maggiore propensione all’export, con oltre il 43% del fatturato realizzato oltre confine, seguite dalle aziende degli altri settori, con il 36,4%, e dalle aziende tessili con il 33,4%.

Il dato sull’approvvigionamento delle materie prime non evidenzia particolari variazioni, sia a livello tendenziale che congiunturale. La percentuale di incidenza del costo delle commodities sul totale dei costi aziendali risulta pari al 31,7%, in calo rispetto al dato di dicembre 2015. Nel rapporto tra imprese e istituti di credito si riscontra una situazione di elevata stabilità circa le spese e le commissioni, i tassi di interesse e le garanzie richieste. Stabile anche la disponibilità ad espandere o attivare nuove linee di credito per oltre la metà del campione, con prevalenza dei giudizi di miglioramento. Dati stabili anche sul fronte del livello occupazionale, con una percentuale di giudizi di crescita superiore rispetto quelli di contrazione. Le previsioni sono in linea con il dato del primo semestre e indicano stabilità, con un bilanciamento fra giudizi di crescita e rallentamento per la seconda parte dell’anno.

“I dati della nostra indagine fanno finalmente percepire un cambio di marcia che, pur contenuto nella sua entità e ancora tutto da confermare nei prossimi mesi, è soprattutto un importante segnale che ci invita ad avere una maggiore fiducia – commenta Cristina Galbusera, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio. Non stiamo parlando di percentuali importanti ed è quasi scontato sottolineare come i livelli conosciuti prima dell’inizio di questa lunga fase negativa fossero ben altri. Tuttavia, finalmente qualcosa sta cambiando e speriamo sia l’inizio di una fase di ripresa che confidiamo possa prendere slancio, complice il cruciale completamento delle riforme e la corretta gestione del processo di riassetto istituzionale”.

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