EVENTI/LA MUSICA SACRA È VIVA:
ATTESA PER IL CORO DEL VATICANO
SABATO IN BASILICA A LECCO

Coro in SistinaLECCO – Dopo 30 anni ritorna a Lecco la Cappella Musicale Pontificia, all’interno della rassegna organizzata dall’associazione musicale Harmonia Gentium. In questo periodo molto è cambiato ed il Coro è stato chiamato ad un’analisi approfondita e critica delle fonti, ma soprattutto alla recezione oculata di quanto oggi ci ha consegnato la ricerca scientifica circa la musica rinascimentale. Ciò ha permesso un intelligente e doveroso dialogo con la modernità per trovare strade che traducano, con cognizione di causa, il segno grafico in segno sonoro. Questa è la dimostrazione che la musica sacra è viva e ben lontana dall’essere materia inerte in nome di una presunta tradizione che non possiede il necessario fondamento storico.

coro cappella sistina Massimo PalombellaUn certo modo di cantare atto a produrre forti e possenti “suoni basilicali” si è evoluto, in conseguenza di due semplici ragioni storiche: nel XVI secolo le Celebrazioni del Papa non si svolgevano nella Basilica di San Pietro ma usualmente in Cappella Sistina; l’attuale Basilica Vaticana non esisteva essendo in costruzione. La grande emotività di una massa sonora che canta “in voce” per riempire di suono le volte di una Basilica è allora sostituita dalla raffinata percezione del testo, dalla resa emotiva ed espressiva della parola attraverso il suono, dalle relazioni dialettiche emergenti dal linguaggio contrappuntistico inteso come componente intellettuale mossa dagli affetti. La scrittura rinascimentale offre inoltre una grande trasparenza, realizza una polifonia che assegna a ogni voce separatamente una partecipazione emotiva trasformando il tutto in una polifonia di emozioni, in un contesto percettivo dove ognuno ha modo di ritrovarsi. In questo delicato processo è allora necessario ricuperare il testo, interpretarlo su basi semiologiche, decidere la dinamica nel rapporto tempo-scrittura, scegliere le altezze giuste in relazione alla regola rinascimentale del trasporto, curare l’intonazione in conformità alla scala usata nel Cinquecento (e non quindi su scala temperata), misurare e calibrare le sonorità non per un mero ripristino “filologico” ma per una corretta collocazione “liturgica” di questa musica e per una plausibile ricomprensione del clima vocale rapportato alla scrittura.

Tutto questo sarà portato a Lecco nel concerto “Exsultate Deo” con un repertorio che comprende brani come il “Magnificat primi toni” di Orlando di Lasso, il “Miserere” di Gregorio Allegri, il “Sicut Cervus” di Giovanni Pierluigi da Palestrina. Brani che recuperano tutto il loro impatto sonoro ed emotivo e soprattutto la loro funzione liturgica, vero ed unico centro d’interesse.