FOIBE, LA FIACCOLATA A LECCO RIACCENDE IL RICORDO

SAMSUNG CSCLECCO – “Io sono un testimone, non racconto perché ho letto, io l’ho vissuto! Essere italiano vicino alle terre della Jugoslavia in quel periodo voleva dire firmare la propria condanna a morte”. Roberto Stanzione, presidente dell’associazione della Comunità lecchese Esuli Giuliano – Dalmati ha ricordato la tragedia vissuta, in occasione della fiaccolata commemorativa organizzata dalla Provincia e dal Comune di Lecco per commemorare le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.

Il sodalizio ha anche ricevuto dalle mani del sindaco di Lecco Virginio Brivio il cartello che indica “Riva martiri delle foibe”, che in passato era stato asportato dal Monumento ai Caduti e in seguito ritrovato: ”Abbiamo il dovere di impegnarci nel ricercare la verità, della quale non bisogna avere paura – ha affermato il primo cittadino -. Non ci sono pezzi di storia che vanno nascosti né vicende minori. Credo anche che il ricordo aiuta a costruire la coesione nazionale”.

Il percorso della fiaccolata è stato rivisto a causa del maltempo e Daniele Nava, presidente della Provincia di Lecco ha sottolineato il valore che ha assunto: ”Questo percorso ridotto, da Palazzo Bovara a Villa Locatelli, assume un grande valore simbolico, unisce i due luoghi più significativi del territorio provinciale”.

“Nel Giorno del Ricordo – ha commentato il presidente – vogliamo rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e delle vittime delle foibe, dell’esodo di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della complessa vicenda del confine orientale. 350.000 italiani abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia furono costretti a scappare e ad abbandonare terra, case, lavoro, amici e affetti incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento titini. Si è trattato di un imperdonabile orrore contro l’umanità, senza dimenticare l’odissea dell’esodo, del dolore e della fatica della ricostruzione. A queste vittime vogliamo rendere omaggio, ricordando e condannando, assumendoci la responsabilità di aver negato per troppo tempo la verità storica”.

SAMSUNG CSC“Per troppi anni quello delle foibe – ha aggiunto – è stato un ricordo labile, lasciato colpevolmente nei cassetti”. Nava ha anche raccontato un episodio che l’ha particolarmente colpito:”Cristicchi ha messo in scena uno spettacolo che ha avuto un enorme successo. Lui ha evidenziato come ci siano ancora troppi stupidi che non accettano di ricordare i martiri e per questo ha avuto attacchi violenti in questo suo tour”.

Anche il prefetto di Lecco, Antonia Bellomo è intervenuta:”Ci sono ancora ferite profondissime, difficili da rimarginare. Noi non abbiamo vissuto da protagonisti questa tragedia, ma abbiamo il dovere morale di raccogliere le testimonianze per trasmetterle alle generazioni future. Abbiamo il dovere di ricostruire un futuro diverso ed evitare gli errori del passato e dispiace assistere ancora ad episodi di vandalismo o attacchi, come è accaduto a Cristicchi”.

Da monsignor Franco Cecchin, prevosto di Lecco è arrivato uno spunto per la riflessione:”Fare memoria diventa credibile se ci interroghiamo, l’altro è mio fratello o avversario da battere?”

“La paura più grande è rappresentata dall’oblio – ha dichiarato Simone Galimberti, presidente Consulta provinciale degli studenti –, dobbiamo tenere vivo il ricordo, abbiamo il dovere di non sprecare ciò che è stato conquistato”.

Elena Pescucci