FUSIONE PERLEDO-ESINO LARIO?
PER SIGNORELLI “NON RIENTRA
NEI PROGRAMMI AMMINISTRATIVI”

Signorelli sindacoPERLEDO – In relazione alla sollecitazione di Valerio Ricciardelli (vedi la lettera aperta ai cittadini di Esino) sul futuro amministrativo di Esino Lario – con ipotesi di fusione amministrativa con Perledo – il sindaco di quest’ultima località, Carlo Signorelli, precisa: “Premetto che l’ipotesi di un unico comune di Perledo e Val d’Esino, pur suggestiva, non è una prospettiva che rientra tra i nostri programmi amministrativi. Certo che la prospettiva di Esino Lario con uno sbocco sul lago più amato dai turisti di tutto il mondo e di Perledo con i sentieri che raggiungono le pendici della Grigna può essere un’idea da sviluppare e da valutare attentamente e senza pregiudizi. Ci potrebbero essere opportunità concrete per le imprese locali di avere bacini di lavoro più ampi, la possibilità di concentrare gli sforzi comuni sulla promozione turistica, sul miglioramento della viabilità e dei trasporti locali e la prospettiva di risparmiare risorse per abbassare le tasse, soprattutto quelle sugli immobili che oggi mettono in ginocchio molte famiglie”.

“Le nuove norme di legge favoriscono percorsi di fusione già avvenuti nella nostra provincia per Verderio, avviati per Perego e Rovagnate che saranno seguiti da altri nei prossimi mesi. Le motivazioni principali di queste scelte sono i tagli lineari dei finanziamenti statali, l’impossibilità di assumere personale, la difficoltà di trovare amministratori locali disponibili, l’aumento delle adempienze burocratiche e l’ormai dimostrata inefficacia, per i comuni come i nostri, delle Unioni e delle gestioni associate, fatti salvi alcuni settori come assistenza sociale, protezione civile e vigilanza che già gestiamo in questo modo”.

“Ricciardelli ha ragione a stimolare una riscossa morale e un maggior senso di responsabilità della cittadinanza; ma la gente oggi chiede soprattutto risposte concrete ai problemi quotidiani: tasse locali, istruzione, trasporti, assistenza alle fasce deboli, prospettive economiche per le famiglie e le imprese. Risposte che i comuni di piccole dimensioni fanno fatica a dare nell’attuale contesto politico-amministrativo.”
“Da queste considerazioni emerge, a mio modesto parere, la necessità di non scartare alcuna opzione anche perchè le norme attuiali consentono l’approvazione di Statuti comunali che possono mantenere attivi, in caso di fusione, i Municipi con i relativi servizi ai cittadini come anagrafe ed edilizia e garantire forme di partecipazione attiva in un contesto più efficiente e al passo coi tempi”.