IMMIGRAZIONE: UN DOCUMENTO
DELLA LEGA NORD LECCHESE
“CHIAMA” ESERCITO E RISERVISTI

LECCO – La Lega nord lecchese inoltra un lungo comunicato per chiarire la propria posizione riguardo al tema dell’immigrazione. Troppo lungo per venire pubblicato integralmente (chi volesse sfoglairlo troverà il file Pdf in calce all’articolo) ne proponiamo alcuni estratti particolarmente significativi, cercando così di dare spazio ai punti salienti del discorso firmato da Flavio Nogara e Stefano Parolari.

Stop invasione – La difesa dei confini è un dovere per chi governa la Repubblica

Così il titolo del testo proposto dalla sezione provinciale della Lega Nord per l’Indipendenza della Padania. Questo è tutt’ora è il nome completo del partito fondato da Bossi, nonostante il Carroccio abbia soggiornato per anni nella maggioranza di Governo e sebbene i più alti dirigenti del partito abbiano ricoperto la titolarità di Ministeri e Dicasteri, su tutti il fresco quinquennio maroniano agli Interni dal 2008 al 2011, periodo nel quale l’Unione Europea, senza alcuna contestazione italiana, ha modificato il trattato di Dublino II  (la carta che – molto sinteticamente- impone all’Italia di farsi carico di tutti i richiedenti asilo giunti nel suo territorio, e al contempo impedisce agli stessi potenziali rifugiati di abbandonare il suolo italiano per raggiungere altre mete pur’anche se comunitarie).

Il dibattito sull’ invasione in atto del territorio Italiano è concentrato, in modo strumentale, sul falso problema dell’ accoglienza, deviando la questione su una disputa calcistica “da Bar” tra pro accoglienza indiscriminata ( i buoni) e contro l’accoglienza indiscriminata di tutti questi uomini siano essi profughi o, come nella quasi totalità, clandestini, tra cui anche potenziali terroristi, naturalmente i ( cattivi).

La premessa parrebbe così disconoscere gli ultimi mesi di propaganda leghista. Stile che però torna nel perimetro del carroccio millantando nella stessa frase l’assunto della presunta condizione di “clandestinità”, aspetto che proprio nell’attuale procedura di accoglienza non trova riscontri, riconoscendo e schedando tutti i richiedenti asilo prima della loro distribuzione sul territorio.

Ma veniamo al contenuto del documento, che si apre con un “paradosso” in cui protagonista è niente di meno che papa Francesco, processo logico che, calato nella situazione divisiva tracciata nella premessa – “accoglienti/buoni” e “diffidenti/cattivi”-, nelle intenzioni del Carroccio porterebbe a dimostrare la coincidenza tra sovranità dello Stato e sovranità del diritto alla difesa.

La falsità di questa disputa si evince nella sua filosofia da questo esempio paradossale : Papa Francesco nel suo ruolo di Vescovo di Roma e capo della Chiesa Universale, inviata tutti gli uomini e i cattolici in particolare alla accoglienza di tutti gli uomini, siano essi in stato di profugo o di clandestino, qualunque siano le ragioni del loro voler vivere in Europa; quindi secondo il pensiero unico degli “accoglienti” Papa Francesco è un uomo del Bene.
Un altro uomo, ad esempio Jorge Bergoglio, legittimo Sovrano dello Stato del Vaticano, applica una legge del 2008 che prevede di allontanare dai confini del Vaticano chiunque non sia in possesso di autorizzazioni a permanere del Governatorato, permesso comunque temporaneo e che non da nessun diritto a permanere o alla cittadinanza, ovvero in un modo o nell’ altro puoi essere allontanato, si pensa in modo coatto, quindi secondo il pensiero unico degli “accoglienti” Jorge Bergoglio è un uomo del Male.
Ma Papa Francesco e Jorge Bergoglio sono la stessa persona che convive con compiti e missioni legittime, ma che possono essere divergenti.
Questo paradosso, gioco di semplice logica, evidenzia che in realtà ci troviamo di fronte ad un caso cogente di Sovranità sia dello Stato e del diritto di difesa.

Come da secoli insegna la filosofia, la logica sarebbe una struttura da maneggiare sempre con cautela, soprattutto se nello stesso pensiero si intendono mettere in rapporto un Ufficio spirituale, il Diritto canonico, e un “Diritto alla difesa” che la Costituzione Italiana identifica nel contesto penale della sua giurisprudenza e non certo in un fantomatico “diritto alla difesa dei confini” come invece la declinazione del “paradosso” di Nogara lascerebbe intendere.

Superata quindi la riflessione sul Papa Re il testo della segreteria lecchese della Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, attribuisce all’immigrazione “in corso da anni” la responsabilità della “riduzione salariale” e della “guerra tra poveri”, sempre dimentica – ma tocca ricordarlo – dei suoi anni alla guida del Paese e delle specifiche leggi approvate anche con voto leghista.

La promozione dell’ immigrazione e accoglienza indiscriminata in corso da anni, ha di fatto prodotto la progressiva riduzione dei diritti doveri del lavoro provocando la riduzione salariale e come effetto la “guerra tra poveri” guerra tra i salariati Italiani e oggi il ceto Medio ( liberi professionisti, commercianti e artigiani), sostituibili dai nuovi lavoratori a basso costo. L’ effetto di questa politica è un attacco ai diritti costituzionali del cittadino Italiano. Nel caso dello Stato Italiano e dei popoli Italiani quello in atto è un classico evento che incide direttamente sugli interessi Nazionali di valore Costituzionale e la loro difesa è un dovere dello Stato.

Nel passo successivo il documento viene al punto della proposta leghista: affidare all’esercito la gestione della situazione venutasi a creare.

Le dimensioni numeriche di questa invasione generano squilibrio e caos e quindi nel tentativo di integrare degli uomini portano alla disgregazione della società italiana; ne discende una situazione che per sua natura rende operativo il Ministero della Difesa senza terzi incomodi, quale Ministero degli interni e autoproclamate “associazioni umanitarie o di volontariato”.

Sempre senza citare numeri, statistiche, studi, report, o un qualsivoglia documento governativo e/o comunitario, Nogara e Parolari intravedono dunque il caos. A questo punto ci pare corretto sottolineare una cifra: 120. E’ il numero di richiedenti asilo presenti da un anno nella frazione valsassinese di Maggio, luogo in cui non vi è stato alcun sintomo di “caos” nonostante il borgo conti solo 500 abitanti, si siano manifestati comprensibili timori, siano note le difficoltà di rapporto con l’amministrazione del CARA, e la politica per mesi non abbia dato segnali di interessamento. 120 è anche l’ordine di grandezza dei richiedenti asilo ospitati nei confini del capoluogo: 50.000 abitanti e a detta degli esponenti leghisti sopracitati esempio di “squilibrio” e “caos“.

Tutto sommato sensata è la stringata – forse troppo per un documento dedicato all’immigrazione – analisi che la Lega propone della gestione del processo d’accoglienza quando evidenzia aspetti di impreparazione e la nascita di un “vorticoso giro d’affari“, affermazioni che però nuovamente tendono a rafforzare la necessità di un intervento militare nella protezione dei confini.

Poco importa oggi se l’emergenza ci sia o sia stata creata, il dato è che si è scaricato su i cittadini italiani un problema di convivenza attuale e di prospettiva futura. Oggi la situazione è ingestibile ed è chiaro che le conseguenze sono ascrivibili alle scelte politiche del GOVERNO Renzi Alfano ed alle scelte logistiche. E’ stata affidata la gestione a parti dello Stato meno preparate e senza strutture adeguate, la conseguenza è stata la creazione di un vorticoso giro d’ affari e di interessi che coinvolge il sistema delle cooperative e del cosi detto volontariato più o meno confessionale. E’ evidente a tutti che le incapacità di gestione di questi anni pone in primo piano che questo sistema di accoglienza divenuto business , vada sradicato , investendo nel dovere di protezione dei confini come è naturale dell’ esercito.

Sfugge però che il primo step all’interno del processo d’accoglienza condannato dal documento spetti proprio alla Marina militare, la quale rintraccia, trasborda e porta in salvo quelli che per il Diritto marittimo altro non sono che naufraghi.

Per superare la carta di Dublino (vedasi sopra) la Lega proporrebbe in merito a

potenziali arrivi bloccati fuori dal territorio Europeo si distingue tra uomini clandestini e profughi. I profughi, che devono dimostrare di esserlo; grazie al loro Status di protezione internazionale possono essere trasferiti in territori sicuri e redistribuiti, ricomprendendo tutti gli stati aderenti all’ONU come potenziali accoglienti.

Il documento leghista purtroppo non scende nello specifico. Interpretando noi le istanze degli autori, allo stato delle cose le soluzioni sarebbero sostanzialmente due: installare uffici Onu sulle spiagge nordafricane oppure fare lo stesso in acque internazionali. Ora ci è lecito supporre che il documento restava nel vago perché gli stessi autori ritenessero queste soluzioni risibili e impraticabili.

La Lega lecchese lancia poi la proposta del carcere per coloro che venissero riconosciuti in clandestinità. Ribadito che in questa situazione lo status di clandestinità non è contemplato, l’idea di privare della liberà personale un individuo che non abbia commesso alcun reato non sorprende, anzi ci riporta allo stravolgimento del senso di Diritto di difesa, e più ampiamente all’idea di Giurisprudenza che Nogara e Parolari inseriscono nella premessa del documento.

Dobbiamo considerare che ci troviamo di fronte ad un invasione che va fermata, per cui disincentivata di conseguenza, la creazione nelle strutture militari parzialmente dismesse e nelle zone che l’ esercito ha utilizzato come campi di addestramento fuori dai contesti urbani di campi di detenzione ed espulsione, gestiti dall’ esercito con personale dell’ esercito e aventi come scopo il rimpatrio dei non aventi diritto.
Per i clandestini, lo status di limitazione della libertà personale ed eventuale detenzione, è il deterrente per i trafficanti.

In conclusione, Nogara e Parolari reagiscono alla gestione dell’immigrazione chiedendo una legge per richiamare gli ufficiali di complemento e i riservisti, oltre ad addestrare volontari in ferma breve affinché chi gestisca la situazione possa vantare status militare, aspetto ritenuto essenziale in un panorama dove eminenti personalità, come Papa Francesco e recentemente il Presidente della Repubblica evocano, la possibilità di una terza guerra mondiale.

Quello compilato dalla Lega lecchese e che ci è sembrato corretto non censurare (ecco il pdf) si presenta quindi come un documento un po’ raffazzonato nella sua compilazione, poco coerente nei contenuti e per nulla supportato da analisi ufficiali; tutto questo per superare “la disputa calcistica da bar” e proporre come soluzione l’incremento di personale militare, addestrato dunque a compiti militari, cui affidare però la gestione quotidiana dei richiedenti asilo.

 

C. C.