LA FINESTRA/IL DDL CIRINNÀ,
COSA CI LASCIA ETTORE SCOLA
E LA PERCEZIONE DEI COLORI

la finestra ifdi fascino intellettuali

Come ogni domenica, anche oggi dedichiamo uno spazio all’interno del nostro giornale alla cultura, segnalando ai lettori gli articoli più interessanti della nostra pagina culturale, Il fascino degli intellettuali.

unioni-civili-gay-pride1Il DDL Cirinnà, tra pregiudizi e strumentalizzazioni – Non era certo necessaria la sentenza della Corte di Strasburgo dello scorso 21 luglio 2015, in cui si diceva chiaramente che l’attuale assetto normativo italiano non tutela i diritti di una parte dei cittadini, per sapere che sul tema dei diritti civili l’Italia è culturalmente e giuridicamente indietro anni luce rispetto al resto dell’Occidente. accompagnata da Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania, l’Italia è l’unico dei sei Paesi fondatori dell’Unione Europea a non aver ancora riconosciuto alcuna forma di diritto civile alle coppie gay. Leggi tutto

c-eravamo-tanto-amatiCaro Ettore, ecco cosa ci lascia “C’eravamo tanto amati” – È con un peso sul cuore che a pochi giorni dalla morte di Ettore Scola ci si appresta a parlare di un suo film. Non è necessario gettarsi nel solito panegirico ipocrita di cosa Scola abbia rappresentato per il cinema, cosa abbia insegnato, quale vuoto artistico abbia lasciato. Anche perché, se di vuoto si deve discutere, occorre fare i conti con quel problema generale che – al giorno d’oggi – stringe alla gola il cinema nostrano, sospeso tra autocompiacimento e mélo nostalgici, successi al botteghino confezionati su misura e timidi sprazzi di genialità tacitati sotto l’ombra di una scarsa comunicazione. Leggi tutto

coloriColori: e se non fossero gli stessi per tutti? – Bianco, nero, rosso, giallo, verde. Qualche volta ci hanno detto che i cani vedono in bianco e nero, che le mucche ci vedono più grossi, che alcuni animali vedono attraverso un effetto ultravioletto. Ma forse mai ci siamo chiesti se, tra noi stessi esseri umani, vediamo colori diversi in base al contesto a cui apparteniamo. Esistono infatti popolazioni come i Dani, in Papua Nuova Guinea, che hanno soltanto due nomi per i colori (mili per tutti i colori chiari, mola per tutti i colori scuri), che mostrano di prendere in considerazione più la luminosità rispetto alla tonalità, nel nominare i colori. Leggi tutto