LA LETTERA/IL CINEMA A LECCO.
METODO E OFFERTE NELL’ANNO 700

CINEMA SALA VUOTACaro Direttore,
“I nomi delle Imprese interessate restano riservati per non compromettere il lavoro fatto finora”…
questo si legge a mo di chiosa in un comunicato stampa della portavoce della lista civica Appello per Lecco sui media locali di questi giorni.

Quale lavoro?
Perché riservatezza?
E perché, soprattutto, lo fa un partito e non il Comune questo comunicato?
Ma vi sembra veramente cosa buona?
Vi pare un metodo trasparente, etico, chiaro?

Continuo a chiedermi e a chiedere chi li ha incaricati?
Per facilitare soprattutto cosa possono offrire?
Perché così di nascosto?
Imbarazza solo me, davvero?

Ma pare solo a me un campionario di aspiranti piazzisti dove l’etica e il senso civico fa a botte con la trasparenza, i ruoli, il dovere collettivo l’interesse alla forma che deve essere, indissolubilmente, sostanza?

Questa storia dei cinema con partiti che fanno i promoter e i decisori senza nemmeno cambiare casacca
mi paion partite dove la speranza che vinca il diritto non possa trovar casa.

Chissà cosa ne pensa l’associazione di Enti locali Avviso Pubblico di cui Lecco ha firmato la Sua Carta civica.

Continuo a chiedermi e a chiedere: Chi li ha incaricati?
Ma soprattutto per facilitare il ritorno dei Cinema a Lecco cosa possono offrire?
Loro come partito.

Così vinceranno ancora la tribù, l’arbitro familista, il rapporto amicale e le segrete stanze.
E la politica, i politici, gli Amministratori continuano a tacere.

Non scandalizza nessuno? Veramente?
Forse sta proprio qui la cosa grave.
Perché se il metodo l’aspetto precario, passato il Cinema può valere per qualsiasi cosa

Lecco è entrata da oltre un quindicennio nel duemila e pare, a vedere la vicenda Cinema, ancora in attesa del suo settecento

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Paolo Trezzi