LA LETTERA/SENTINELLE
PER LA LIBERTÀ DI TUTTI
O PER UN PRIVILEGIO?

LECCO – Proponiamo l’opinione di un lettore in merito al ritorno in piazza delle “Sentinelle in piedi” previsto per sabato 21 marzo, e all’opportunità di darne notizia. Il gruppo di cittadini, che si proclama slegato da ogni indirizzo partitico o religioso, si mobilita ogni qual volta sente “minacciata la natura dell’uomo della civiltà” e non manca mai di attrarre critiche e prese di distanza.

Già durante le precedenti veglie registrammo la reazione dell’associazione Renzo e Lucio ma anche di Carta Vetrata, dalla cui pungente penna scaturì un lungo confronto (replica e controreplica).

Caro direttore, 

Leggo il vostro giornale da diverso tempo e con stima crescente nei confronti del vostro lavoro. Proprio per questo sono rimasto spiacevolmente colpito leggendo la lettera-comunicato delle “Sentinelle in Piedi” del 13 marzo. Più nel dettaglio, avrei due domande da porvi:

1) La lettera difende esplicitamente il diritto ad esprimere opinioni omofobe, in contrasto non solo con il ddl Scalfarotto ma con l’art. 3 della Costituzione nonché con l’art. 2 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Avreste pubblicato ugualmente una lettera in difesa del diritto a discriminare persone su base di razza, colore, sesso, religione, opinione politica o altre condizioni?

2) Ritenete opportuno limitarvi ad introdurre la lettera con la formula “riceviamo e pubblichiamo”? Non sarebbe più utile e corretto fornire qualche informazione in più su temi complessi come ddl Scalfarotto, modello tedesco di unioni civili, stepchild adoption, la cosiddetta “ideologia gender” al fine di aiutare il lettore a farsi un’opinione indipendente dal contenuto della lettera? Personalmente ritengo che ciò sia necessario soprattutto perché il documento fa spesso confusione tra i fatti e i convincimenti personali di chi scrive (strumentalizzando i primi in funzione dei secondi) arrivando anche ad affermare vere e proprie falsità.

Vorrei inoltre entrare il più sinteticamente possibile nel merito della lettera, ribadendo quelli che mi sembrano semplici e basilari principi di civiltà e rassicurando riguardo alla presunta pericolosità sociale e culturale di certe iniziative:

– Gran parte delle leggi di qualsiasi ordinamento di un Paese civile servono a tutelare le persone più deboli (qualunque sia il motivo di tale “debolezza”) e quindi a renderle più felici e più libere.

– Le unioni civili in discussione in parlamento non mettono in discussione e non modificano in alcun modo il matrimonio tra eterosessuali e non tolgono diritti a nessuno.

– Le unioni civili in discussione in parlamento non prevedono la possibilità per le coppie omosessuali di adottare bambini esterni alla coppia.

– La stepchild adoption serve a tutelare in primo luogo il bambino che dovesse sfortunatamente rimanere senza genitori.

– Il ddl Scalfarotto non introduce nessun reato di opinione, ma si limita [1] ad introdurre un’aggravante per reati commessi sulla base di discriminazioni legate all’orientamento sessuale (come già oggi per discriminazioni razziali o religiose), e [2] a punire chi commette o incita a commettere atti di discriminazione basati sull’orientamento sessuale (chi è contrario al ddl Scalfarotto dovrebbe, per coerenza, difendere il diritto a mettere in atto discriminazioni su base razziale). Che la legge sia tutt’altro che estrema lo testimoniano la tutela esplicita riservata alle organizzazioni politiche, culturali, religiose e simili, nonché le numerose critiche ricevute dallo stesso on. Scalfarotto da parte di associazioni LGBT che ritengono il ddl troppo limitato.

– Quello definito “indottrinamento dell’ideologia gender” non mira ovviamente a istillare preconcetti contro famiglia o religione (peraltro le ore dedicate all’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche sono di gran lunga superiori al tempo e alle risorse dedicate a questo tipo di progetti) ma semplicemente a far ragionare i bambini sugli stereotipi di genere. A tal proposito, invito anch’io a leggere il primo dei documenti linkati nel comunicato (http://www.notizieprovita.it/wp-content/uploads/2015/03/IL-GIOCO-DEL-RISPETTO_Schede_Trieste.pdf) dove si troveranno esempi concreti di questa attività, come (pagina 4): -Insegnante: “Come mai i papà non puliscono i pavimenti, non lavano e non stirano?” -Bambina: “Non sono capaci, sono cose da mamma” -Insegnante: “E non potrebbero imparare?”.

Concludendo, vorrei unirmi all’auspicio delle “Sentinelle in Piedi” affinché il primo giorno di primavera possa essere occasione per animare le coscienze di chi ama le libertà – libertà per tutti, però: altrimenti si chiamano privilegi.

Cordialmente,

Matteo Gaddi