LA SPESA COSTA SEMPRE PIÙ:
AUMENTO DI 15 EURO IN 10 ANNI.
L’INDAGINE DEL COMUNE DI LECCO

prezzi al conusmo spesaLECCO – Nell’ambito della rilevazione mensile de prezzi al consumo, l’Ufficio Statistica del Comune di Lecco ha realizzato un approfondimento sul costo di un ipotetico “carrello della spesa” composto da circa 30 prodotti alimentari.

La rilevazione è stata realizzata nel corso dei mesi estivi per coerenza con la metodologia di indagine delle scorse rilevazioni. La stessa analisi era già stata effettuata, infatti, nel 2007 e nel 2010. Lo scopo di questa nuova raccolta dati è stato quello di analizzare le variazioni dei prezzi dei prodotti rilevati.

Con i dati raccolti è stato possibile effettuare un’analisi di tipo temporale, confrontando i carrelli della spesa acquistati nei tre diversi periodi (2007, 2010 e 2016) e un’analisi di tipo spaziale confrontando i carrelli in tre distinti punti vendita (2 supermercati e un discount). Nei tre differenti punti vendita sono stati inoltre confrontati carrelli composti dai prodotti più venduti, dai prodotti a marchio commerciale (marchio del distributore) e dai prodotti di marca.

Per stabilire la composizione del carrello è stata considerata la sola spesa alimentare necessaria per “soddisfare” la colazione, il pranzo, la merenda e la cena di una famiglia di quattro persone (due adulti e due ragazzi), in una tipica e calda giornata estiva. Il carrello non prevede i diversi condimenti e accessori, ma solo i prodotti base.

Il confronto temporale ha mostrato un aumento dei costi del carrello. Nel primo supermercato l’aumento assoluto è di 8,03 euro rispetto all’estate del 2010 e di 15 euro rispetto a quella del 2007; nel secondo supermercato gli aumenti sono rispettivamente di 10,55 e 15,29 euro. In particolare l’aumento maggiore è stato registrato per prodotti come marmellata, pane, pasta di semola e gelati multipack.

Il confronto spaziale, invece, ha mostrato che la differenza del costo dei carrelli di prodotti di marca nei due supermercati è quasi nulla; che si evidenzia un allineamento di prezzo per circa il 20% dei prodotti a marchio commerciale rilevati, gli altri hanno differenze di prezzo anche consistenti; che non necessariamente i prodotti comprati al discount costano meno di quelli rilevati in altri punti vendita; che la differenza tra il prezzo minimo e il massimo rilevato per uno stesso prodotto raggiunge anche valori elevati.

I dettagli dell’analisi sono disponibili al seguente link.