LE STRANEZZE E LE “PERLE”
SULL’AFFIDAMENTO DELL’ACQUA.
UNA LETTERA DI REMO VALSECCHI

valsecchi_remoLECCO – Virginio Brivio, Sindaco di Lecco, avrebbe detto, con riferimento all’affidamento del servizio idrico in assenza dei requisiti necessari, che “prima si decide dove andare e solo poi si compra il biglietto”. Il paragone non è azzeccato, sarebbe stato più coerente dire che se ci si vuole iscrivere all’università, prima bisogna avere il diploma di maturità. Il principio del biglietto, comunque, è vero. Bisogna, però, stare attenti, se dopo aver deciso dove andare, si parte senza comprare il biglietto, si rischia di pagare la multa in caso di controllo. Il Sindaco di Lecco, forse ritenendosi proprietario degli autobus, pensa di non essere soggetto a multe. Non è così, potrebbe anche configurarsi “danno erariale”.

Una stranezza o una perla? La vicenda dell’affidamento del servizio è piena di stranezze e di perle.

Il Presidente dell’Ufficio d’Ambito, Paolo Negri, qualche giorno fa nel corso di una riunione di Comuni, ha manifestato fastidio nei confronti del Comitato Lecchese Acqua Pubblica per l’esposto alla Corte dei Conti e la segnalazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). Come può infastidire l’esercizio di un diritto da parte di cittadini che si rivolgono ad organismi Istituzionali con funzioni di vigilanza e controllo? Dovrebbe ringraziare il Comitato perché se organismi di vigilanza e controllo legittimano le scelte fatte, saremmo tutti più tranquilli e sereni. Purtroppo, come ha rilevato la Corte dei Conti, non è così, e queste sono le ragioni del fastidio. Non è in corso una competizione dove una parte vince e una parte perde; il Comitato desidera solo che le soluzioni adottate siano rispettose delle leggi, dell’esito referendario nel rispetto e garanzia dei cittadini.

Sono uno dei sottoscrittori sia dell’esposto che della segnalazione e ritengo che questa azione non debba fermarsi anzi, dovrebbe essere estesa ad altri organismi quali l’Autorità per la Concorrenza ed il Mercato e la Procura della Repubblica.

Come può un cittadino che non ha accesso ai documenti aziendali e che può avvalersi solo di quelli pubblici a capire le ragioni per cui, con la scissione di Idrolario, alcuni Comuni hanno perso (Lecco € 2.488.370 e il mio Comune, Olginate, € 228.236, ad esempio) se giuridicamente e tecnicamente non è possibile?

Chi spiega perché il 31.12.2008, in esecuzione della scissione, Lario Reti Holding trasferisce € 1.184.131 che Idrolario dice di non aver mai ricevuto. Sono dati documentali e documentati rilevati dai bilanci delle due società.

Idrolario è stata costituita mediante scissione da Lario Reti Holding (LRH) per la gestione del servizio in una condizione di precarietà che la porta al default economico e finanziario. Si è anche cercato di nascondere il dissesto cambiando i bilanci.

Lario Reti Holding, nel 2012, scorpora la gestione del servizio idrico e nasce Idroservice. Perché? A cosa servono due società, partecipate, direttamente o indirettamente, dagli stessi soci per gestire un unico servizio? Niente è dovuto al caso. Idroservice, non partecipata direttamente dai Comuni, agevola il processo di privatizzazione e aggregazione societaria. In questa prospettiva, contenuta nel documento approvato, l’assemblea soci di LRH conferisce mandato, il 21.06.2012, agli amministratori per scorporare la società. E l’esito referendario di una anno prima? Suvvia, sarebbe una banalità ritenere che la volontà espressa dal cittadino rappresenti un vincolo, è più probabile che sia solo un fastidio. Non è un’affermazione gratuita. 18 sindaci che hanno sottoscritto il manifesto referendario nel 2011, l’anno successivo hanno deliberato per agevolare la privatizzazione del servizio idrico. Beh? Non è mica reato cambiare opinione, come non è reato non rispettare gli esiti referendari, è solo una questione politica. Il referendum per il finanziamento pubblico dei partiti docet.

Nel 2013, con grande soddisfazione e enfasi di Virginio Brivio, finalmente, i Comuni, a stragrande maggioranza, approvano l’affidamento del servizio a Idroservice subordinato ad alcuni atti essenziali tra i quali la fuoriuscita di Idroservice da LRH da realizzare entro il 30 giugno 2014. La Provincia recepisce l’indirizzo dei Comuni ed il 28.10.2013 (l’Ente Provincia esisteva ancora) lo trasforma in delibera, ossia in atto esecutivo.

La cosa non piace, probabilmente ad una minoranza, visto che i Comuni si sono espressi a stragrande maggioranza. L’amministratore unico di Idrolario, appena eletto, rinuncia all’affidamento, senza consultare i soci come previsto dallo statuto della società, e apre una situazione di emergenza costringendo la Provincia, per evitare l’interruzione di pubblico servizio ad affidare, in via transitoria, il servizio all’unica società disponibile, Idroservice, anche se non in possesso dei requisiti necessari.

È solo un affidamento provvisorio per superare l’emergenza precisa la delibera della Provincia.

Lario Reti Holding, però, con l’evidente e manifesto appoggio della maggioranza dell’Ufficio d’Ambito presieduto da Virginio Brivio, decide di non dare esecuzione alle prescrizioni deliberate dalla Provincia necessarie per trasformare l’affidamento da transitorio a definitivo.

Dov’è il controllo analogo? Il direttore d’orchestra di tutta la vicenda è il controllato, LRH, con la compiacenza di alcuni Sindaci che rappresentano la maggioranza di voto e buona pace degli altri.

Dall’esame dei fatti, non ne abbiano a male, sono ben strani questi Sindaci. Votano una cosa, approvano un’attuazione diversa, ne rivotano un’altra ulteriormente diversa e poi aderiscono ad una proposta che ribalta tutto quanto approvato in precedenza anche se in “odore” di scarsa legittimità come sottolinea la Corte dei Conti.

I cittadini esprimono la loro volontà, ma i Sindaci dei Comuni, senza nemmeno interpellare i Consigli Comunali, la ignorano e fanno un’altra cosa. “Qualcuno” ritiene che le delibere dei Comuni e della Provincia siano sbagliate e fa un’altra cosa. Ma, insomma, chi governa questo Paese? Che sia stata ritrascritta la Costituzione e non me ne sono accorto?

Paolo Negri, il presidente dell’Ufficio d’Ambito, è chiaro ed esplicito. Il 29 giugno scorso sottolinea ai Sindaci che, per esprimere il proprio parere, obbligatorio e vincolante, non necessitano della preventiva autorizzazione dei Consigli Comunali, nonostante la legge prevede che l’affidamento dei servizi sia di competenza dei Consigli Comunali e non dei Sindaci. La tesi, non scritta ma enunciata in diverse occasioni, è quella della competenza, quale ente affidante, della Provincia, ente che non esiste più con un Consiglio di nominati e non di eletti. La sovranità del popolo dove è finita? Si ignorano i referendum e vengono esclusi i consigli comunali espressione diretta dei cittadini. È la regola attuale della politica. Garantire le regole democratiche è defaticante e si perde troppo tempo!

Non è finita. Il Sindaco, all’epoca, di Mandello Lario, Riccardo Mariani, da sempre schierato a difesa dell’esito referendario contro l’egemonia di Lario Reti Holding, nell’ottobre 2014, inopinatamente, diventa paladino del progetto di LRH e, nel giugno 2015, assessore del Comune di Lecco con sindaco Virginio Brivio. Niente di male, non potendo più ricandidarsi a Sindaco, avendo esaurito i due mandati, ha messo a disposizione del Comune di Lecco la propria esperienza. La mia non è un accusa e nemmeno una denuncia, è solo la rilevazione dei fatti.

Sul tavolo ci sono due proposte per l’affidamento del servizio, quella di Merate e la candidatura di LRH. L’Ufficio d’Ambito scarta la proposta di Merate perché non condivisa da LRH, ossia dal direttore d’orchestra.

Continuo? No, mi fermo per non tediare. Invito, però, i cittadini a cominciare ad alzare la testa se non vogliono brutte sorprese. Stanno promettendo una riduzione delle imposte che sarà sostituita da una nuova fiscalità, l’aumento delle tariffe.

Remo Valsecchi – cittadino