LEONARDO DA VINCI A LECCO:
MAPPE DEL TERRITORIO E RETE
IDRICA NEL CODICE ATLANTICO

ANNONE BRIANZA – Un tuffo nella mente geniale di Leonardo da Vinci per conoscere meglio le sue invenzioni e il legame con il nostro territorio. Questo è ciò che ha offerto la serata “Il Codice Atlantico di Leonardo” alla Biblioteca Ambrosiana a un nutrito pubblico che ha riempito la chiesa parrocchiale di Annone Brianza sfidando il caldo torrido degli ultimi giorni.

L’iniziativa rientra nel protocollo d’intesa che il comune di Annone e la città di Oggiono hanno siglato in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte del genio toscano e che si concretizzerà in un calendario di eventi lungo i restanti mesi del 2019.

Il relatore della serata era Monsignor Marco Navoni, dottore della Biblioteca Ambrosiana, il luogo che ospita il Codice Atlantico insieme a innumerevoli altri tesori. Se il nome di questo misterioso oggetto porta a pensare a chissà quali misteri e complotti, un miscuglio di magia, esoterismo e intrighi in perfetto stile Dan Brown, forse lascerà un po’ delusi nello scoprire che si tratta “solo” di una raccolta di disegni, schizzi e progetti tra i più preziosi e significativi all’interno della sterminata produzione leonardiana.

In ogni caso sulla storia del Codice Atlantico si potrebbe scrivere davvero un romanzo, alla luce delle innumerevoli vicissitudini e cambi di proprietà che, dalle mani di Francesco Melzi, erede universale del maestro, l’hanno portato attraverso i secoli ad arrivare nella sua attuale casa alla Biblioteca Ambrosiana.

Monsignor Navoni ha condotto i presenti in un breve ma intenso viaggio nel tempo con grande semplicità e un tono accattivante, alla scoperta di un’opera che ha più di qualche curiosità da offrire, a partire dal titolo. Infatti quell’Atlantico viene semplicemente dal formato dei fogli di supporto utilizzati da tal Oppeo Leoni per incollare e salvaguardare i manoscritti che compongono il Codice, i quali hanno tutti grandezze e formati diversi, dopo esserne entrato in possesso all’inizio del XVII secolo.

Formato che ai tempi veniva utilizzato per stampare gli atlanti geografici. Il risultato sono 1.119 fogli su cui sono stati fissati schizzi e disegni che spaziano tra i più svariati campi del sapere, a testimonianza dell’ecletticità e visionarietà della mente di Leonardo: matematica, ingegneria civile e militare, idraulica, architettura e tanto altro.

Il motivo principale che ha spinto i presenti a partecipare all’incontro era ovviamente il poter ammirare i disegni raffiguranti la mappa delle terre di Lecco e della rete idrica delle nostre zone, con la rappresentazione dei laghi di Annone, Pusiano e del Segrino. A testimonianza del fatto che Leonardo da Vinci, fiorentino d’origine, ha avuto modo di studiare a fondo il territorio lombardo e le sue peculiarità e potenzialità dal punto di vista delle risorse idriche.

Non poteva essere altrimenti dato che i disegni che compongono il Codice si inquadrano perfettamente all’interno dei due periodi di soggiorno milanese al termine dei quali Leonardo si trasferì definitivamente in Francia alla corte di re Francesco I.

Ma a stupire e affascinare sono soprattutto i disegni profetici e le intuizioni del genio di Leonardo che prefigurano ciò che lo sviluppo tecnologico avrebbe concretizzato solo secoli più tardi. Tra i tanti progetti di macchine per scavare canali di irrigazione, macchine da guerra e d’assalto sofisticatissime, carrelli semoventi e ali meccaniche (che al tempo erano solo macchine sceniche da sfruttare a teatro per stupire il pubblico, ma che a ragione sono anche da considerare i primi studi effettuati sul volo umano e su un progetto di auto-mobile), mulini e altri strumenti per immagazzinare e produrre energia sfruttando l’acqua, c’è spazio infatti anche per il primo “sub” della storia o il primo “sci nautico”.

La brillantezza e la lucidità di pensiero che permisero al geniale fiorentino di prevedere e visualizzare, perlomeno su carta, come l’uomo sarebbe stato in grado un giorno di respirare sott’acqua, spostarsi sulla superficie dell’acqua o di volare usando una sorta di paracadute sono testimoniate dalla mole di materiale che compone il Codice Atlantico. Una grande opera di ingegno da riscoprire, dove Leonardo dispiega anche tutto il suo talento artistico, come si può ammirare dalla bellezza di alcuni disegni in cui utilizza la prospettiva e la tecnica del chiaroscuro.

Fabio Ripamonti