L’INTERVISTA/INFORMATIZZARE
I TRIBUNALI “RICHIEDE TEMPO
PER ESSERE DI QUALITÀ”

TRIBUNALE LECCOLECCO – Definire gli strumenti informatici, le regole e le procedure di diritto necessari a informatizzare il processo civile. E’ questo lo scopo del processo civile telematico e a spiegarci a che punto siamo è Antonio Corti, presidente dell’Ordine Avvocati di Lecco e responsabile del Processo Civile Telematico.

Secondo lei serve davvero a semplificare la burocrazia?

Si; bisogna però considerare che la semplificazione di una situazione complessa è un processo che richiede tempo ed energie, se si vuole ottenere un risultato di qualità e duraturo. In altre parole non è pensabile che in pochi anni si passi all’informatizzazione dei processi senza intoppi e a bassi costi.

Ad oggi si possono constatare vantaggi concreti. Alcuni esempi: gli avvocati possono depositare gli atti processuali in molti tribunali d’Italia dal proprio ufficio, risparmiando tempo, costi e riducendo l’accesso alle cancellerie; i magistrati, attraverso il proprio pc hanno la visibilità di tutte le cause a loro assegnate. Ciò permette loro di poter consultare il contenuto di ciascun fascicolo in qualsiasi momento. I cittadini possono ricevere parecchie informazioni e consultare la cronologia delle cause nelle quali sono parti sul sito “Portale dei Servizi Telematci”.

Anche a Lecco, come in altri tribunali d’Italia, spesso e volentieri la “macchina” si inceppa e il sistema entra in crisi?

Si, a volte ci sono dei temporanei disservizi del sistema. Ma sono quasi sempre segnalati in anticipo agli utenti. Tuttavia, il problema della stabilità del sistema informatico ministeriale esiste e andrebbe affrontato in modo tale da migliorare l’affidabilità.

Se sì quali sono le difficoltà maggiori?

I problemi maggiori sono in parte tecnici, legati ai mezzi come i software, non sempre facilmente adattabili alla complessità processuale e alle norme a volte obsolete, pensate per procedure esclusivamente cartacee (analogiche e non digitali) . Anche i PC in dotazione ai magistrati spesso sono troppo lenti. Naturalmente, a livello personale, ciascuno è chiamato a uno impegnativo sforzo di preparazione e adattamento.

Gli avvocati del Foro di Lecco come hanno accolto queste semplificazioni?

A Lecco ci possiamo vantare di aver fatto un discreto lavoro in ambito PCT: il nostro foro è sempre stato tra i primi a recepire le novità riguardanti il telematico e la gran parte degli avvocati è attenta e preparata.

Tutti gli avvocati sono ormai in grado di effettuare autonomamente i depositi per i quali la modalità telematica è un obbligo di legge (tra i quali il ricorso per decreto ingiuntivo, le memorie istruttorie ex art. 183 e le memorie conclusive) ; inoltre, tutti gli avvocati ricevono le comunicazioni di cancelleria tramite PEC.

E i magistrati?

Per quanto riguarda Lecco il passaggio al processo civile telematico è stato compiuto congiuntamente da tutti gli operatori del diritto (avvocati, magistrati e cancellieri), costituendo un gruppo di lavoro misto, che ha coordinato le attività di formazione e l’adozione della tecnologia necessaria, anche con il supporto di consulenti esterni. Naturalmente, non tutti trovano comodo leggere per molte ore grandi quantità di documenti, spesso complessi, mediante il monitor. Comunque non sono sorti problemi rilevanti.

Oltre al processo telematico, come si può intervenire per semplificare ancora di più la burocrazia?

Emerge sempre di più la necessità di adattare e perfezionare la normativa, in modo tale da tener conto delle nuove tecnologie e della conseguente trasformazione delle procedure burocratiche.

Da parte sua il Consiglio dell’Ordine di Lecco quali iniziative ha assunto al riguardo (Mi riferisco sia a ulteriori misure di semplificazione…ove possibile… sia ad aiuti concreti per “accogliere” al meglio il cambiamento)?

Come già detto, abbiamo formato una commissione composta da avvocati, curatori, cancellieri e magistrati con l’intento di sperimentare la funzionalità dei sistemi e di elaborare delle prassi fruibili a tutti gli iscritti, redigendo un Protocollo volto a facilitare l’adozione del processo telematico. Inoltre, già da alcuni anni, organizziamo corsi di formazione relativi a diversi aspetti del processo telematico e delle notificazioni mediante posta elettronica certificata. Di recente è iniziata l’adozione di procedure telematiche anche nel settore penale.

L’Organismo Unitario dell’Avvocatura ha fatto una prima analisi del disegno di legge per la concorrenza approvato dal Consiglio di Ministri. Per Mirella Casiello, presidente Oua, il ddl “ha alcuni aspetti positivi come l’aumento delle competenze per quanto riguarda la compravendita degli immobili, che possono moderatamente contribuire al sostegno della professione in un momento di grave crisi”… Lei cosa ne pensa?

Pur comprendendo l’intento senz’altro positivo di aumentare la libera concorrenza, non possiamo assimilare in modo semplicistico l’attività libero professionale a quella d’impresa. Nella fattispecie, non so quanto l’innovazione citata dalla presidente dell’OUA possa incidere in concreto sulla nostra professione. In ogni caso, il CNF (Consiglio Nazionale Forense) aveva manifestato un parere contrario rispetto a un’altra innovazione contenuta nel ddl, quella riguardante la possibilità d’ingresso di soci di capitale negli studi professionali, soprattutto in assenza di una normativa sul conflitto d’interessi. Ciò, evidentemente, in considerazione del rischio di compromissione della libertà decisionale del professionista, tenuto al rispetto della deontologia e a consigliare il cliente per il meglio, che nell’interesse dell’assistito (il quale non è semplice consumatore), deve restare libero da pressioni di carattere economico provenienti da altri soggetti. Quindi per ragioni tutt’altro che corporative, bensì nell’interesse degli utenti.

E quali misure sarebbero necessarie per “sostenere” la categoria?

Gli avvocati non hanno mai chiesto particolari misure di sostegno. Quel che conta maggiormente è una legislazione ben fatta, l’adeguamento delle procedure alle nuove tecnologie e l’attenzione dello stato all’efficiente organizzazione degli uffici giudiziari. La cronica penuria di personale amministrativo e di investimenti nel settore della giustizia – naturalmente senza sprechi – è incompatibile con il perseguimento della giustizia in tempi brevi.

 

Elena Pescucci