METASTASI/TRA I TESTI IN AULA
LA COMPAGNA “RISPARMIOSA”
DI MARIO TROVATO

Pizzeria bar 046LECCO – La pizzeria 046 e il rapporto tra gli imputati al centro dell’udienza del processo Metastasi, celebratasi ieri davanti al collegio presieduto dal giudice Enrico Manzi. Al banco dei testimoni Giacomo Trovato, Alexandra Ivashkova, Rosario Trovato detto Sarino e Luigi Isinvaldi.

Giacomo Trovato, figlio di Mario ha dichiarato:”Abbiamo aperto la pizzeria nel dicembre 2005, l’abbiamo comprata da Massimo Morrone e l’abbiamo pagata emettendo 60 cambiali mensili di 1.800 euro l’una per 5 anni, partendo dal gennaio 2007. Ci lavoravamo io Stefania Scianna, Rolando, Franco e mio padre e mia madre. Franco era cuoco, Rolando cameriere e io e Scianna stavamo al bancone e alla cassa, mentre mio padre stava ovunque in base alle esigenze. Il fine settimana venivano dei dipendenti a chiamata e anche mio zio Rosario dava una mano. Fino al mio arresto, nel dicembre 2006 – a seguito dell’operazione Oversize -, c’eravamo tutti, poi esco dal carcere per decorrenza dei termini l’11 aprile 2011 per poi essere di nuovo arrestato a ottobre 2014 … Nel periodo di libertà continuo a gestire la pizzeria ma cedo le quota a mio fratello, vi lavoravo come dipendente. Non dividevamo gli utili perché dovevamo pagare le spese, rateizzavamo ogni pagamento, il guadagno della pizzeria si aggirava attorno ai 1.000 euro giornalieri di media”. L’avvocato Perillo gli ha poi chiesto nel particolare il ruolo del padre: ”Arrivava in pizzeria al mattino presto e stava fino alle due del pomeriggio, poi faceva una pausa e tornava la sera”. E alle domande: conoscevi gli imputati, frequentavano il locale? “Si li conosco tutti e frequentavano il locale, pagavano regolarmente il conto, magari visto che venivano spesso, si praticava un prezzo di favore”. Sulla struttura del locale Giacomo Trovato ha escluso l’ipotesi ci fossero salette private. Ha anche ammesso di conoscere la compagna del padre, Alexandra Ivashkova che a volte si fermava nel locale per cenare con Mario Trovato. L’avvocato della parte civile Donatella Saporiti gli ha poi chiesto se durante i pranzi con gli imputati si parlava di problemi connessi a macchinette da gioco e del lido di parè. “Che io sappia no – ha risposto – io lavoravo, non ero sempre presente. E sul lido di Parè sapevo che Redaelli lo voleva aprire ma non ho mai visto dove si trova”.

Poi è entrata in aula la compagna di Mario Trovato, Alexandra Ivashkova, già rinviata a giudizio, all’epoca sua convivente. “Siamo stati insieme 4 anni – ha raccontato – l’ho conosciuto nel 2010, abbiamo vissuto prima in due appartamenti in affitto, uno a Olginate, l’altro a Lecco, poi ci siamo trasferiti a Ballabio in un appartamento di Rolando Trovato. Prima facevo la barman in un locale e venivo pagata 1.000 euro al mese, poi ho preso in gestione il Le petit cafè per un anno e i ricavi variavano dai 500 ai 1.000 euro al mese e poi ho lavorato come dipendente alla Diga, il locale di Rolando Trovato; qui l’accordo era che potevo prendere direttamente i soldi dalla cassa quando mi servivano…”.

La teste ha poi raccontato dell’acquisto di un’automobile:”Io ho contribuito con 20mila euro, fondi del mio libretto postale, e Mario ha messo i restanti 11mila, poi abbiamo acquistato una Smart, ma siccome stava ancora pagando il leasing, abbiamo sottoscritto dei documenti tra noi per l’autorizzazione a utilizzarla e una ricevuto di pagamento di 13mila euro. Poi abbiamo abbiamo acquistato una Ford Kuga che poi mi è stata sequestrata, dando un conguaglio di 2mila euro e le due automobili”. E quando l’avvocato Saporiti le chiede come ha fatto a mettere da parte 20mila euro per l’acquisto di un’auto quando il suo stipendio era di mille lei ha risposto: ”Si vede che sono una persona risparmiosa”. Quando, poi, le è stato chiesto se aveva mai avuto dubbi sui soldi avuti da Mario Trovato, ha risposto in modo affermativo spiegando di averne parlato con i suoi parenti al telefono, ma che poi ha capito che non c’è mai stato dietro niente: ”Aveva i soldi giusti per vivere”.

Rosario Trovato, fratello di Mario e zio di Giacomo ha confermato in aula di lavorare come pizzaiolo alla 046 e che conosceva tutti gli imputati:”Il mio stipendio si aggirava attorno ai 1.500, 1.600 euro.

Ultimo testimone della giornata Luigi Isinvaldi, amico di vecchia data di Mario Trovato:”Andavo spesso lì a mangiare, capitava anche che Mario ci offriva la cena o il pranzo”. Sui temi delle conversazioni Luigi Isinvaldi ha detto: ”Si parlava del più e del meno, di calcio, di chiacchiere da bar”. Si parlava di affari, gli è stato chiesto: ”Non mi interessavano”. E ha aggiunto che conosceva il passato di Mario Trovato, in riferimento ai precedenti arresti. Prossime udienze fissate per il 29 giugno, 16 luglio e 3 settembre.

E. P.