MONTAGNA: UNA NUOVA VIA APERTA AI PIZZI DI PARLASCO

8. VettaTACENO – Sabato 15 febbraio, in Valsassina, Tito Arosio e Michele Tapparello (bergamaschi) e il lecchese Francesco Milani Capialbi  hanno aperto la nuova Via “Forrest G.A.M.P.” di misto sulla parete Nord della Cima di Daas, Pizzi di Parlasco, proprio sopra Taceno.(900m, M5 A0, 70°/80°, 6a)..
Ecco la cronaca dell’impresa in questo articolo firmato da uno dei tre protagonisti, Michele Tapparello:

In un anno quanto mai nevoso e caldo, trovare ghiaccio è davvero dura: o non ce n’è, o è sotto metri di neve soffice e abbondantissima. Le mie picche iniziavano ad arrugginire, li appese al chiodo, e la voglia di andare a spiccozzare cresceva silenziosa, sempre più dura da reprimere.

Sabato mattina pallido, il meteo ancora incerto, solito meeting con Tito alle 5.45 a Bergamo e via verso la Valsassina: andiamo a esplorare una montagna di cui nessuno di noi conosceva l’esistenza. L’unica informazione in nostro possesso è l’ubicazione geografica (per quanto vaga) e una paio di pessime foto che ci ha mandato Francesco. Ah e ovviamente il nome: Cima di Daas, la vetta più alta del Pizzo di Parlasco. Io e Tito ci fidiamo del nostro lecchese: abbastanza atipico, non di quelli che vanno per la maggiore, classici fighetti alla ricerca di roccia bella e spittata, così, consapevoli del fatto che la proposta puzza di ravanata ad alto rischio di fallimento, ci avviamo entusiasti: alla fine, pensiamo, non aspettavamo altro!

Arrivati sotto la parete la linea immaginata risulta difficile da individuare, ci avviamo per un canale, e molto a istinto iniziamo a salire. In primis tranquillamente a piedi, poi la storia si impenna: un ostico passaggino su roccia marcia e erba non gelata regala qualche istante di adrenalina, poi delle belle lunghezze che saliamo slegati su erba quasi verticale ci lasciano sbizzarrire a testare la tenuta delle diverse specie vegetali.

In cima a questo canale ci aspetta un pendio nevoso che con faticoso ravanare in mezzo metro di neve assolutamente non portante e senza fondo, ci permette di raggiungere l’imbocco del canale a cui miravamo fin dall’inizio. Finalmente giungiamo ad un punto in cui il canale si stringe e si fa interessante!! La situazione che si prospetta è molto “caminosa”, di ghiaccio non c’è traccia, ma sembra comunque figo!

Parte Francesco e si spara un bel tirone in un fantastico camino su blocchi incastrati e uscita strapiombante: da veri intenditori. Un facile pendio ed una goulottina ci portano ad un altro caminetto, all’apparenza innocuo ma che si rivelerà ostico per la totale liscezza delle pareti: la roccia assai compatta in questa sezione non da tregua: il tiro si rivela davvero tecnico e per nulla banale! Ci troviamo ora sotto un ennesimo camino molto stretto e strapiombante che ha l’aria di essere davvero tosto e improteggibile, ma una bella fessura su roccia ottima verso sinistra sale zigzagando. Questa volta tocca a Tito che riesce a venirne fuori alla grande. Un traversino che regala un paio di bei passi di equilibrio porta fin sotto un grosso sasso incastrato e, con un’uscita boulder su neve che finalmente un po’ tiene, usciamo anche da questo fantastico tiro tutto strapiombante e parecchio impegnativo. Ancora una rampa di neve e un’ultima lunghezza anche questa davvero bella, tra diedri di erba semigelata e movimenti precari con ottime picche e piedi da inventare, ci portano verso l’uscita, dove si supera la cornice finale con un bel passaggio di misto.

Arrivati in cima ormai è quasi buio, abbiamo cartina, bussola e quant’altro ma ci manca la conoscenza della zona. Percorriamo quindi alla luce delle nostre frontali tutta la bella cresta dei Pizzi di Parlasco, bollata e in alcuni tratti attrezzata. Ci fanno da sfondo le luci del Lago di Como e della bassa Valtellina. Finita la cresta scendiamo attraverso il bosco fino alla strada, e di qui a piedi fino alla macchina, che raggiungiamo, dopo 9 km di asfalto innevato, alle 22.10.

Alla domanda di qualcuno la sera al bar davanti a una birra “vi siete divertiti?” è stato ovvio e facile ironizzare sul divertimento che ti da il “ravanaggio estremo” di alcune situazioni, ma la risposta la conoscevamo benissimo: ovviamente sì corale! Alpinismo, dopotutto, è anche sofferenza 😀

Ne è insomma uscita una bella giornata completa, salita che si può affrontare anche quando le condizioni ovunque sono pessime. Un vero must per quelli come noi che non riescono proprio a stare digiuni di misto anche quando il ghiaccio proprio si lascia desiderare!

PHOTOGALLERY (clicca un paio di volte per vedere al meglio ogni immagine)


SCHEDA TECNICA:

Via Forrest G.A.M.P.

Pizzi di Parlasco, Cima di Daas, Parete Nord (Valsassina)

Primi salitori: Tito Arosio, Francesco MilaniCapialbi, Michele Tapparello il 15 Febbraio 2014.

Lunghezza: 900m dislivello, difficoltà concentrate negli ultimi 250m su 5 lunghezze.

Difficoltà: fino all’inizio del camino II/60° con tratti più impegnativi evitabili (85°, M3 max), camino finale: L1: M5, L2: 70°/80°, L3: M5, 60°, L4: 6a, M5 e A0, L5: M4+.

Materiale: friend fino al 4 BD, nuts, martello e una scelta di chiodi. I chiodi sono stati usati solo in sosta, non è stato lasciato nulla.

 

Accesso: da Lecco percorrere la Strada Provinciale 62 della Valsassina fino a raggiungere il comune di Bindo e subito dopo la breve galleria (l’unica di tutta la valle!) svoltare a sinistra in via Modiglioni. Seguire la strada per circa 900m e immettersi in Strada Provinciale 65 in direzione Parlasco/Esino/Varenna. Dopo circa 2,5km si trova una piazzola di sosta sulla destra, comodo parcheggio, proprio di fronte ad un canale protetto da un breve guardrail bianco.

Avvicinamento: risalire il bosco sulla sinistra del canale per esili tracce fino a giungere ad un casolare. Superato il casolare entrare nel canale già incontrato sulla strada e percorrerlo nella sua interezza per il percorso più conveniente.

Relazione della salita: Continuare nel canale per il percorso più conveniente o divertente, a scelta. Noi abbiamo scelto un percorso semplice che ci ha permesso di salire slegati, ad eccezione di un breve tiro di M3 su roccia non troppo solida. Giunti alla fine del canale risalire i pendii sovrastanti fino ad entrare in un grande anfiteatro circondati dalle evidenti pareti visibili da valle. Attraversare la conca verso sinistra fino a raggiungere la linea di salita più evidente: un grande canale-camino che divide il pinnacolo sull’estrema sinistra dal resto della parete.

L0: per raggiungere la S0 in una piccola nicchia sotto un evidente strapiombo si percorre il primo tratto dello stretto canale incassato. 30m, 70°, M.

L1: vincere la prima strozzatura grazie ad uno stretto camino sulla sinistra. Giunti al termine del primo tratto strapiombante attraversare a destra per infilarsi in un caratteristico buco che permette di raggiungere pendii nevosi fino alla sosta al termine della corda. 50m, M5, 40°.

L2: continuare per semplici pendii nevosi e dopo un tratto più interessante sostare nella nicchia sulla destra. 50m, 40° e qualche passo fino a 70°.

L3: con pochi ma intensi passi superare l’evidente strozzatura per il liscio camino, rimontare ancora su pendii nevosi che si seguiranno fino ad una nicchia sotto ad un grande camino. 50m, M5, 50°.

L4: Tiro chiave: evitare il repulsivo camino per un’elegante fessura che obliqua verso sinistra in leggero ma costante strapiombo. Attraversare a destra e rimontare i successivi strapiombi fino a raggiungere il pendio di neve. 50m, 6a, M5 e A0.

L5:per pendii appoggiati raggiungere l’ultimo muro, vincerlo con movimenti fisici e divertenti per raggiungere la cornice finale. 45m, M4+.

Discesa:seguire la cresta verso Nord. Bolli su alberi e sassi ed un cavo metallico aiutano ad orientarsi per raggiungere il passo Agueglio. Qui si riprende la SP 65 che riporta alla macchina. 3:00h.