NO ALLA POSTA A GIORNI ALTERNI
L’INTERROGAZIONE DI FRAGOMELI

Fragomeli_15-09-03ROMA – “La posta deve essere consegnata, in maniera continuativa, cinque giorni su sette e non solamente a giorni alterni“. Su questo tema Gian Mario Fragomeli assieme a diversi altri deputati ha depositato un’interrogazione in merito al Ministero competente chiedendo che venga rispettata l’ultima Direttiva europea in materia, “allo scopo di scongiurare ulteriori disagi per i cittadini che hanno diritto ad un servizio postale puntuale e quotidiano”.

“In diverse aree del nostro territorio – continua il deputato lecchese del Partito democratico – è infatti già in atto il cosiddetto ‘modello di recapito a giorni alterni’ che ha interessato progressivamente il territorio italiano a partire da ottobre 2015. Tale nuovo piano di recapito riguarderebbe, in una fase successiva, anche gli invii prioritari come le raccomandate Inps, gli avvisi dell’agenzia del Territorio e di Equitalia, i telegrammi, ad esempio delle Ats o delle Scuole, o ancora i quotidiani e i settimanali. Ciò, come è evidente, sarebbe causa di prevedibili e inopportuni disagi per tutti i cittadini”.

poste-italiane“La Direttiva europea recentemente approvata a Strasburgo – spiega ancora il parlamentare – sottolinea invece proprio l’importanza di ‘fornire un servizio universale di alta qualità a condizioni accessibili, comprendente almeno cinque giorni di consegna e di raccolta a settimana per tutti i cittadini, in evidente contrasto con la modalità di consegna della corrispondenza a giorni alterni prevista dal piano di riorganizzazione di Poste Italiane’. Del resto, la stessa Direttiva individua la fornitura dei servizi postali come essenziale per lo sviluppo regionale, l’inclusione sociale e la tenuta economica e territoriale, in particolare nei comuni più isolati o scarsamente popolati, rappresentando di fatto un forte elemento di coesione sociale soprattutto ove sia presente una popolazione sempre più anziana e poco avvezza ai moderni servizi di posta elettronica”.

Continuerò quindi a monitorare la situazione e, in attesa di ricevere una risposta da parte del Ministero – conclude Fragomeli – posso confermare che insieme agli altri colleghi firmatari stiamo già pensando anche all’adozione di altre misure, più incisive, che sollecitino il Governo a risolvere la questione”.