NUOVO CODICE DEGLI APPALTI.
ANCE: PER RIAPRIRE I CANTIERI
INVESTIMENTI E ‘ANTITURBATIVA’

PIAZZA SERGIOLECCO – “Servono miglioramenti urgenti al Codice degli appalti”: queste in estrema sintesi le richieste del presidente di Ance Lecco Sondrio Sergio Piazza, in linea con la presa di posizione del presidente nazionale Ance Buia al Tavolo unitario della filiera delle costruzioni

“Se è positivo il grande sforzo che il Governo ha dimostrato nello stanziare nel Def importanti risorse per opere strategiche, ricostruzione, dissesto idrogeologico e messa in sicurezza del territorio, per riaprire i cantieri da sole non bastano: servono regole snelle e trasparenti in grado di rimettere in moto un settore determinante per la crescita”. Un appello, questo, che è stato lanciato dal presidente nazionale Ance, Gabriele Buia, in occasione della conferenza stampa indetta dalle sigle aderenti al Tavolo unitario della filiera delle costruzioni, svoltasi dopo il varo del Def e alla vigilia dell’approvazione del decreto correttivo del nuovo Codice appalti.

“Condivido pienamente le affermazioni del nostro presidente nazionale – continua Sergio Piazza – Il rischio è che, senza l’introduzione di importanti migliorie al Codice degli appalti, gli stanziamenti restino sulla carta e non si trasformino in opere e cantieri”.

In particolare Piazza concorda sulle modifiche richieste da Ance, Cna, Confapi Aniem, Casartigiani, Claai, Oice, Anaepa Confartigianato e Alleanza Cooperative italiane – Produzione lavoro presentate in quest’occasione: “Se è vero che nel 2016 gli investimenti in lavori pubblici sono calati del 4,5% a fronte di una previsione di crescita del 2%, che i bandi di gara sono diminuiti del 2,4% in numero e del 17,1% in valore e se, nonostante il superamento del Patto di stabilità interno, gli investimenti in conto capitale dei Comuni sono scesi del 15,4%, è perché l’attuale testo, che pure contiene importanti novità, deve essere migliorato in alcuni punti fondamentali”.

Tra questi, viene richiesta l’adozione del metodo dell’esclusione automatica delle offerte anomale, cosiddetto metodo antiturbativa, “l’unico in grado di consentire a Regioni e Comuni di bandire le gare che infatti negli ultimi mesi hanno subito un forte rallentamento”. Inoltre viene richiesto di confermare, per le concessioni non affidate con procedure ad evidenza pubblica, la regola che impone che almeno l’80% di tali lavori venga esternalizzato dai concessionari, che siano introdotti meno vincoli al subappalto in conformità con le regole europee e venga eliminato il sorteggio per partecipare alle procedure negoziate, che finisce per svilire la qualità delle imprese.