PERTINI SI RIVOLTA NELLA TOMBA, MENTRE BRIVIO AUTORIZZA
FASCISTI AD OCCUPARE LA SALA CHE PORTA IL SUO NOME

Chissà cosa direbbe il grande Presidente partigiano, scuotendo la pipa nell’aria e fissando con sguardo attonito dietro gli occhiali un gruppetto di neofascisti che realizza una propria iniziativa nel centro sociale intitolato a Sandro Pertini. Cioè a lui stesso.

brivio-e-pertiniChissà come considererebbe quanto dichiarato dal sindaco di Lecco, il “gestore” (pro tempore) della sala, che ha autorizzato l’occupazione del centro sociale di Germanedo da parte di quelli di Casa Pound. Che a parole negano anche seccati l’etichetta di fascisti mentre nei fatti ripercorrono gli atteggiamenti di quello stesso regime che incarcerò Pertini – uno dei motivi per i quali strade, piazze, e appunto spazi pubblici vengono intitolati da decenni all’amatissimo ex Capo dello Stato.

Chissà quindi come valuterebbe il riconoscemento di Brivio con contorno di giustificazioni (eventuali dinieghi preventivi, dice in sostanza il primo cittadino, farebbero da scintilla per problemi di ordine pubblico – ma una istituzione può temere per l’ordine pubblico?) e tanto di critiche a chi, anche se mosso da buone intenzioni, dà risalto a eventi che altrimenti passerebbero in sordina. Tipo i media. Come dire: giornali, tenete Casa Pound sotto il tappeto, un po’ come la polvere fastidiosa di casa. 

Ma il fascismo non è come la polvere. Come ricordava il consigliere Alberto Anghileri, usando un detto proprio di Sandro Pertini “Il fascismo non è un’idea, è un crimine”.

 

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