PIAZZA ALLA BRAMBILLA: “PIANTALA, ANZI PIANTIAMOLA”.
LA POLEMICA NON FINISCE MAI

LECCO – “Capisco tutto – scrive in una  mozione aperta il consigliere regionale Mauro Piazza all’ex ministro M.V. Brambilla -. Capisco il cono d’ombra nazionale, la figuraccia rispetto alle altre province lombarde, le difficoltà nella vergella che fino a pochi mesi fa faceva da sfondo a video di fierezza aziendal-dinastica”.

“L’ho querelata per sue affermazioni fuori dal perimetro della politica, sbagliando. Ovvero non tenendo conto che il tempo mi avrebbe poi ristorato come nessun giudice mai” – aggiunge Piazza.

“Tendo, negli ultimi tempi, ad un’inclinazione persino caritatevole e di affezione, metti mai che me la tolgano da Lecco. Perché comodo fa comodo, e aiutare aiuta nel rinfoltire le fila del Nuovo Centrodestra, se ancora fosse possibile aggiungere al più. E non vorrei che abbiano la meglio quelli, fra i non affollatissimi suoi, che l’imbarazzo lo sentono e la politica la masticano e vorrebbero sostituirla, setacciando ogni nome di minima potabilità pubblica e inviando a Milano ogni settimana un report per segnalare quanto pesi l’handicap e che forse un pretendente c’è. Salvo poi ritrovaresela perennemente in sella, alla guida dei lecchesi forzisti, coriacea nel distribuire galloni dopo l’attento vaglio del rango che le sta consegnando sui territori non poche soddisfazioni quanto a promesse delle politica locale. Brava, non mollare, vai forte! E si vede”.

Ma nonostante questa personale predisposizione mite, allegra, natalizia e interessata una cosa mi sento di dirla alla volta dell’on. Brambilla e delle sue ossessive e reiterate esternazioni contro il Nuovo Centrodestra: piantala”.

“Non per me, figurarsi. Piuttosto perché tutta quella valanga di persone che si sono trasferite nel NCD a Lecco non sono mai state “ras”, “nomenclature”, “poltronisti” o “tappi”. Sono amministratori e militanti che si sono sempre fatti in quattro per la propria comunità, con senso di sobrietà e decoro (do you understand?) e responsabilità. Credono che la politica sia una cosa seria, non un burlesque. Niente poltrone, niente super stipendi, niente scorte che passano con il rosso, niente voli di stato al vaglio della Corte dei conti, zero disegni di legge coincidenti con l’oggetto sociale di proprie aziende. Scarpe, fatica, autorevolezza, onestà, consapevolezza di ciò di cui si parla (do you understand?). Mica poco.
Sono quelli del congresso. Ricordi? Sempre quelli delle preferenze. Ricordi? Ecco, scegline a caso uno, qualsiasi, non dico me che scrivo, dico uno a caso. A qualunque voto con preferenza ti manderebbe stesa. E poi sì, sono rimasti uniti, non per costrizione ma per scelta. Bel gruppo, bella storia, lealtà, condivisione, rispetto reciproco, capacità di critica. Roba tosta, da invidia che brucia. Lo so, ma non posso farci nulla, se non esserne estremamente orgoglioso. (Forse questa migrazione dovrebbe porti qualche umile domanda anziché livorosi giudizi, ma tant’è, non chiediamo la luna).

Quindi riprendo: piantala. Anzi, vado oltre: piantiamola. Che senso ha ora che sei commodoro indiscusso di una nerboruta forza politica piena di voti e risorse economiche? Ti abbiamo lasciato campo libero, per una volta non costringendoti alla rincorsa a perdifiato e alla presenza stampa… goditela per un po’! E lasciaci fare in pace il nostro lavoro modesto e in salita.

Concentriamoci sulle cose serie, basta zuffe. Parliamo di temi veri, di competitività di impresa (se hai qualche spunto), di Expo (da un Ministro turistico mi aspetterei idee mirabolanti), di esigenze del territorio, di elezioni amministrative prossime e di tanto altro ancora. Quanto a Dudù e dieta vegana, tranquilla: te li lasciamo come specializzazione e cattedra esclusiva.

Per tutto il resto – conclude la nota di Mauro Piazza -, tempo e urne ci diranno tante cose e dipaneranno torti e ragioni.
In fondo lo hanno già fatto molte volte.
Ricordi?
Io si. E bene”.