PRESUNTA ESTORSIONE/100MILA€
DI DEBITI “MA NIENTE MINACCE,
GENTILI E GLI AUGURI A NATALE”

toga-giudiceLECCO – È comparsa questa mattina davanti al collego di giudici presieduto da Enrico Manzi la presunta vittima di una grossa estorsione per cui sono accusate dal Pm Paolo Del Grosso quattro persone.

La vicenda è quella di un uomo che si è trovato in grossissime difficoltà economiche e si è fatto aiutare dalle persone sbagliate. “Conoscevo F.B. e quando ho avuto dei problemi mi ha aiutato. Ha comprato da me un’auto e mi ha prestato dei contanti, ma le cose non sono migliorate e all’inizio del 2006 mi trovavo esposto con lui per circa centomila euro”.

È a questo punto che sarebbero iniziate le pressioni. A maggio il padre della compagna dell’uomo, un agente immobiliare, è stato contattato da sedicenti clienti, ma una volta arrivato all’appuntamento, in un magazzino a Osnago, si è trovato davanti i creditori del genero: M.P., F.D. e G.N. “Una settimana dopo ci siamo ritrovati nello stesso posto, c’ero anche io. Mio suocero mi ha aiutato e con tre assegni e una somma in contanti sono riuscito a restituire 57mila euro. Loro – i presunti estortori – erano contenti, ho dato il mio numero e siamo rimasti d’accordo che periodicamente avrei restituito loro i soldi”.

E di appuntamenti ce ne sono stati altri sei: nella pizzeria 046 a Lecco, a giugno, dove sono stati versati 17mila e 500 euro; poi ad agosto a Palazzago, tremila euro; a settembre ha incontrato questi uomini a Calolziocorte e Olginate restituendo duemila euro; a ottobre di nuovo a Lecco ha consegnato dodici mila euro e poi all’inizio del 2007 altri 10mila.

“Poi non sono stato chiamato più da nessuno se non dai Carabinieri”. Infatti i movimenti degli imputati erano monitorati da tempo dalle forze dell’ordine e la stessa vittima di questa presunta estorsione è stata poi condannata a cinque anni di carcere per bancarotta. Tuttavia, lo stesso teste ha insisto su un punto: “Non sono mai stato minacciato e nessuno ha mai tirato fuori un’arma. Ero molto agitato certo, perché erano persone ‘di giù’, e lo dico senza giudizi, che venivano a chiedermi dei soldi. Io mi sono dissanguato per restituire quella somma, senza sapere se sarebbe bastata e quando sarebbe finito. Certo non avrei mai avuto il coraggio di dire di no perché temevo possibili rogne per me e per la mia famiglia, ma questo ‘potenziale intimidatorio’ era una mia personale sensazione. Con queste persone ci si dava del lei, non mi hanno mai detto una parolaccia e a Natale mi hanno addirittura fatto gli auguri”.

Manuela Valsecchi