PUGNI E MORSI AI FINANZIERI?
PROSEGUE IL PROCESSO,
SENTITI I TESTI DELLA DIFESA

tribunale sentenzaLECCO – Prosegue il processo a carico di A. O., accusata di lesione personale, resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio a pubblico ufficiale e di una serie di aggravanti. I fatti risalgono al maggio del 2015 quando, quello che era cominciato come un controllo della guardia di finanza a Merate nel ristorante gestito dalla signora, è degenerato in una vera e propria lite tra verificatori e proprietaria.

A sfilare davanti al giudice Lomacci quest’oggi i testi della difesa, rappresentata dall’avvocato Francesca Allegra. “Ero presente quel giorno e dalle voci che giravano tra i tavoli ho sentito dell’ispezione – racconta un cliente abituale –. Dalla mia posizione non sentivo bene, ma ho visto chiaramente che uno dei due agenti in borghese consegnava un verbale alla ragazza, che glielo ha però strappato in faccia, da qui è nata una discussione molto animata, durante la quale la proprietaria ha dato una spinta al finanziere. Circa un quarto d’ora dopo, me ne ricordo bene perché ero nel posteggio, è arrivata un’auto a tutta velocità, sgommando. Dalla macchina sono scesi quattro agenti in borghese, che hanno preso la donna con la forza, sollevandola da terra, per caricarla sulla vettura. È stata una scena che ha molto scosso sia me sia mia sorella – anche quest’ultima sentita oggi in Tribunale, ha confermato la versione del fratello – infatti io ho scattato una foto, mentre lei ha avvisato i Carabinieri. Del resto quello era il terzo o quarto controllo dei finanzieri in pochi mesi”.

Una prospettiva leggermente diversa quella offerta da un altro avventore abituale del locale, che a differenza degli altri testi quel giorno aveva pranzato in veranda. “Ho visto la discussione e da quello che ho capito si trattava di uno scontrino con un importo sbagliato. La situazione era molto concitata, ad un certo punto la titolare ha spinto l’agente, il quale poi ha fatto una telefonata. Dopo qualche minuto è arrivata un’auto con altri agenti, che sono entrati nel locale per poi riuscirne con la ragazza. Non ho visto il tragitto fino all’auto, ma ho assistito mentre l’afferravano per un braccio per farla salire in macchina”.

Molto chiare le risposte di questo testimone alle domande poste direttamente dal giudice Lomacci: “Non ho visto l’imputata dare pugni agli agenti, non l’ho vista mordere e non ricordo che li abbia insultati”.

Manuela Valsecchi