REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI:
DIECI COPPIE A LECCO,
DI CUI DUE OMOSESSUALI

LECCO – Sono dieci le coppie di fatto che a Lecco hanno deciso di iscriversi al registro delle unioni civili. Si tratta, finora, di otto coppie eterosessuali e due omosessuali (una coppia maschile e una femminile). Dopo Mandello Del Lario e Bellano, in provincia di Lecco, lo scorso mese di ottobre anche il capoluogo ha approvato la delibera che prevede l’adozione di questo atto.

PIROVANO RENZO E LUCIO2LeccoNews ha intervistato Mauro Pirovano, presidente dell’associazione “Renzo e Lucio” che ha fatto il punto sulla situazione.

Che cosa ha rappresentato la firma di questa delibera per l’associazione?

Certamente un passo importante perché è stato innanzitutto il riconoscimento dell’esistenza delle coppie omosessuali visto che a livello della legislazione nazionale non c’è alcun riconoscimento. Il fatto che un Comune si attivi e cerchi di riconoscerne l’esistenza è positivo sia dal punto di vista politico perché richiama il legislatore nazionale a operare per cercare di risolvere questa questione irrisolta ma anche dal punto di vista sociale perché gli omosessuali di Lecco hanno la possibilità di sentirsi un po’ più cittadini come tutti gli altri perché finora pagavano le tasse come tutti ma non avevano gli stessi diritti o lo stesso trattamento normalmente riservato alle altre coppie.

Come interpreta il fatto che finora sono 10 le coppie che hanno deciso di iscriversi al registro?

Secondo me è un dato positivo che ci siano 10 coppie. Il fatto che ci siano ben 8 coppie eterosessuali ci fa capire come la problematica delle coppie di fatto non riguarda solo gli omosessuali ma è generale. Oggi c’è un nuovo modo di vivere le famiglie, non c’è solo una famiglia e il legislatore dovrebbe capire che è un argomento che deve essere affrontato. C’è l’esigenza di costruire delle forme di aggregazione sociali affettive differenti.

E sulle due coppie omosessuali?

Ci sono almeno due motivi: il primo è legato al fatto che all’interno della nostra provincia c’è sempre ancora un po’ di resistenza a fare dei passi pubblici da questo punto di vista e uscire allo scoperto non è sempre facile perché si temono delle reazioni anche all’interno della famiglia; l’altro motivo è che si tratta solo di un riconoscimento formale che non è supportato da altri aspetti importanti. Ci sono ancora alcune discriminazioni in corso…

Quali per esempio?

La più eclatante è quella sul regolamento cimiteriale: non c’è ancora la possibilità per una coppia dello stesso sesso di poter essere tumulata nello stesso loculo. Devo anche ammettere però che dalle verifiche che abbiamo fatto è emerso che per quanto riguarda l’assegnazione della casa da parte dell’Aler non c’è nessuna discriminazione. Ribadisco che il registro può diventare più accattivante quando darà dei vantaggi concreti che andrebbero elaborati e definiti.

In concreto quali possibilità dà il registro delle unioni?

Si tratta solo di un riconoscimento, questo registro va sviluppato con altri atti. Uno degli aspetti importanti è che alla coppia di fatto viene dato un attestato, che non ha nessun valore preciso dal punto di vista civile ma nel caso in cui uno dei due venisse ricoverato, l’altro potrebbe accedere alle notizie anche se non è un parente prossimo. A livello giuridico non ha grande valore ma è già un piccolo passo avanti. Il vero problema è che se il legislatore nazionale non si fa carico di questo problema, il comune ha un po’ le mani legate, non si può pretendere che l’amministrazione comunale faccia passi che spetta all’amministrazione comunale. Siamo consapevoli del fatto che ciò che si poteva fare a Lecco è stato fatto.

Su questa partita qual è l’interesse dell’associazione?

Vedendo l’immobilità del Parlamento vorremmo che altre amministrazioni locali si diano da fare in questo senso e noi lavoreremmo da questo punto di vista.  Abbiamo in programma un incontro tra febbraio e marzo per definire il valore di questo atto amministrativo e inviteremo i rappresentanti delle amministrazioni locali.

Elena Pescucci