RUBRICA LECCO IERI&OGGI: 200 ANNI DOPO IL MANZONI

LECCO – Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.

La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega […]; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l’ossatura de’ due monti, e il lavoro dell’acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de’ torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d’oggi, e che s’incammina a diventar città. (Alessandro Manzoni, Promessi Sposi, cap. I).

Questa puntata della rubrica Lecco Ieri&Oggi osserva la città, e il lago, dall’alto. Leggendo l’incipit del romanzo di Manzoni qualsiasi lecchese può, chiudendo gli occhi, vedere nitidamente l’immagine della nostra città, che i due secoli che ci separano da quando Manzoni passeggiava per le stesse strade, è rimasta molto simile. È vero che si è ampliata, ma la descrizione del paesaggio naturale consente comunque di rievocare nella mente l’immagine di tutto quello che circonda la città.

La nostra cartolina risale all’inizio del Novecento e mostra la Lecco che si avvia ad entrare nell’età industriale, uno dei momenti di massima crescita per il territorio: innanzitutto dovuto al benessere dei primi anni del Novecento, ma anche per lo sviluppo delle grandi fabbriche metallurgiche che, affiancandosi alle filande, avevano aumentato notevolmente l’occupazione. Osservando le due immagini possiamo notare che all’inizio del Novecento mancava completamente la parte di città alle pendici del San Martino (zona viale Turati e Santo Stefano), il panorama si ferma infatti al campanile della Basilica e al retrostante cimitero monumentale.

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