SCUOLA/SINDACATI: “IL CAOS
NON PUÒ ESSERE LA NORMA”

sindacati 2 aprile 2016LECCO – Apprendiamo con stupore, sfogliando un quotidiano, che il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale, Dott. Luca Volonté, relativamente all’avvio del nuovo anno scolastico ha affermato che: “….L’anno scolastico è iniziato nella norma. A breve, già nei prossimi giorni le scuole potranno nominare direttamente i supplenti. Qualche difficoltà c’è nei singoli casi, ma a livello provinciale siamo a buon punto. Resta il problema del sostegno in alcune scuole, anche se con difficoltà inferiori rispetto agli scorsi anni…”.

In primo luogo, non possiamo che sottolineare la mancanza, in questo articolo, di una voce “altra” rispetto a quella dell’Amministrazione scolastica provinciale; per una seria valutazione di come si sono svolte le operazioni propedeutiche all’avvio del nuovo anno scolastico, dei risultati raggiunti, delle condizioni in cui si trovano ad operare le scuole (opportunità e criticità), per fornire una corretta e completa informazione, la giornalista avrebbe dovuto dedicare tempo per un maggior approfondimento anche attraverso il confronto con le Organizzazioni Sindacali che si occupano della Scuola e del suo personale.

Ma la mancanza di confronto con le Organizzazioni Sindacali, sembra ormai diventato anche il modus operandi del Dirigente dell’UST di Lecco. Dopo le numerose disfunzioni che abbiamo denunciato anche in occasione delle nomine in ruolo e a tempo determinato, dopo una nostra reiterata richiesta all’Amministrazione scolastica di rispettare le norme vigenti anche in merito alla formazione dell’orario cattedra, dopo una richiesta unitaria per un urgente incontro, con all’ordine del giorno anche un’informativa puntuale e precisa circa lo stato dei lavori sulle nomine del personale scolastico, docenti e ata, apprendiamo, dalla stampa locale, che secondo il dott. Volontè, l’anno scolastico è iniziato nella norma.

Forse che l’iniziare nella norma significhi iniziare nel solito caos, a cui siamo ormai abituati? Sembrerebbe proprio che l’Amministrazione scolastica si sia ormai abituata ad iniziare un altro anno senza gli organici al completo (con una riduzione dell’attività didattica e del diritto allo studio), senza aver minimamente risolto il problema della mancanza di personale specializzato sul sostegno, senza una corretta e precisa valutazione circa la qualità del lavoro all’interno delle scuole.

Già in sede di nomina del personale docente (sia a tempo indeterminato che determinato), avevamo avuto modo di denunciare le difficoltà dell’Amministrazione scolastica provinciale. In più occasioni le nomine sono state interrotte perché non risultavano a sistema delle ore o ne risultavano troppe, con il risultato che, da una parte si sono accumulati ritardi su ritardi (alcuni docenti sono stati convocati per le ore 16 e l’Amministrazione ha iniziato le operazioni alle ore 18: anche questa è mancanza di rispetto). Ma la cosa più grave è che in quella sede l’Amministrazione ha dimostrato di non avere assolutamente chiara la situazione dei posti, delle cattedre disponibili nelle scuole di diverso ordine e grado della nostra Provincia.

Il dott. Volontè nell’affermare che “si parte nella norma”, dovrebbe anche sapere che la norma prevede ben altro rispetto ad operazioni che alcuni Dirigenti Scolastici stanno facendo, sembra su indicazione dell’UST di Lecco. La norma, ad esempio, prevede che l’orario cattedra per un docente della scuola secondaria di primo e secondo grado sia di 18 ore settimanali, non certamente di 20, 21, 22. E’ quindi doveroso ricordare che attribuire ad un docente più di 18 settimanali (ore eccedenti), inficia innanzitutto la qualità della didattica (più alunni da seguire, lezioni e compiti da preparare, consigli di classe, maggiori difficoltà nell’organizzare l’orario delle lezioni settimanali delle classi), inficia lo stato occupazionale della provincia perché sottrae ore che potrebbero essere assegnate ad altri docenti precari e, inoltre, i docenti con le ore eccedenti le 18 settimanali potrebbero subire un danno anche in termini economici.

E’ chiaro che l’Amministrazione lavora per risparmiare: dare più ore di quelle previste dal Contratto Nazionale della Scuola ad un insegnante, costa certamente meno che chiamare un docente precario. Nessuno si chiede se questo modo di operare è applicabile in un contesto che è eminentemente educativo- didattico e non meramente produttivo?

Noi crediamo che l’Amministrazione scolastica provinciale debba dimostrare maggior convinzione nella tutela del diritto allo studio di tutti i cittadini e in particolare dei soggetti più deboli ma anche del personale della scuola tutto. Siamo fermamente convinti che esistono spazi di razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse ma non possiamo accettare tagli lineari che creano grossi problemi nell’organizzazione dell’attività che ogni istituto dovrebbe realizzare per raggiungere gli obiettivi indicati nel proprio piano dell’offerta scolastica a garanzia del successo formativo di ciascun alunno.

Sicuramente un maggior coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali che da sempre si occupano di scuola sul territorio, potrebbe essere positivo e proficuo al fine di promuovere un percorso condiviso, proprio nell’ottica di una corresponsabilità educativa/formativa del nostro territorio.

Magni – Rampello – Pellegrino
FLC CGIL Lecco – CISL Scuola – MBL UIL Scuola Lecco