SERATA SPECIALE AL PANATHLON:
PINO ALLIEVI RACCONTA
I 70 ANNI DEL CAVALLINO FERRARI

achille mojoli_pino_allievi_riccardo benedetti_renato_corbetta_panathlon_febbraio2017_04LECCO – Appuntamento speciale per il Panathlon lecchese quello della conviviale di febbraio di ieri sera. A fare da sfondo una location inedita per il sodalizio, la Canottieri di Lecco, dove sono stati ospitati dal padrone di casa Marco Cariboni non solo i soci della sezione, ma anche i cugini comaschi, per la tradizionale “inter-Panathlon” annuale. Oltre ai due presidenti, rispettivamente Riccardo Benedetti e Achille Mojoli, presente per l’occasione anche uno tra i fondatori storici del club, Renato Corbetta.

Occasione davvero straordinaria questa, sia per il tema della serata – i 70 anni della Ferrari – presentato ai panathleti da un ospite d’eccezione – il giornalista Pino Allievi –, sia perché con ieri hanno fatto ufficialmente ingresso nel club-service due nuovi soci. Dopo che a gennaio l’associazione si era allargata ad Andrea Mauri, Pier Giovanni Dal Mas, Enrico Gianola, Carlo Isacchi, e Gianni Menicatti, ad appuntarsi la spilletta del Panathlon sono Lelio Cavallier e Francesco Calvetti.

maria venturini_lelio cavallier_panathlon_febbraio2017_07“Laureato alla Bocconi fa il dottore commercialista – dice la vicepresidente Maria Venturini di Cavallier – ha praticato la pallacanestro a livello agonistico, consigliere della Polisportiva di Mandello del Lario, appassionato di sci ed equitazione è anche un piccolo allevatore di cavalli ed è uno che ci mette la faccia”.

“Un ragazzo simpatico e molto giovane, che ha frequentato il liceo a Lecco, è diventato ingegnere e adesso insegna nella sede lecchese del Politecnico di Milano, dove è delegato per lo sport – racconta Cariboni introducendo Calvetti – pratica molti sport a livello amatoriale, ma soprattutto fa fare sport agli altri”.

Dopo la cena a prendere la parola il protagonista della serata, il giornalista Pino Allievi, grande esperto di Formula 1, che, nella sua presentazione ha voluto celebrare i 70 anni del celebre marchio Ferrari con un excursus sulla sua storia, a partire dalla nascita del fondatore Enzo Ferrari nel 1898.

“Ferrari ha vissuto le prime gare del secolo e subito è rimasto affascinato dalla velocità e da quel mondo sofisticato che era quello delle automobili. Senza dei veri studi alla spalle è riuscito a farsi ingaggiare dall’Alfa Romeo, dove ha capito che quello delle corse poteva diventare un affare”.

pino allievi_panathlon_febbraio2017_16Da lì nasce l’esperienza della “scuderia Ferrari” a Modena, attività che consisteva nel prendere delle auto malmesse, sistemarle e affittarle a persone benestanti per farci le gare amatoriali. “E qui – continua Allievi – Ferrari ha anche l’intuizione dello sponsor, un concetto di marketing ancora non diffuso, e matura l’ambizione di gareggiare contro le grandi scuderie. Per farlo ingaggia Tazio Nuvolari, con il quale inizia a vincere competizioni importanti, a farsi un nome. E sarà proprio Nuvolari a battere, a bordo dell’Alfa a due motori messa a punto da Ferrari, il record mondiale di velocità su strada”, inaugurando anche il celeberrimo simbolo del cavallino rampante, ereditato dall’asso dell’aviazione italiana e medaglia d’oro al valor militare nella prima guerra mondiale Francesco Baracca.

“Poco prima della guerra – prosegue il giornalista – Ferrari litiga col presidente dell’Alfa Romeo che lo caccia e con la cospicua liquidazione fonda la sua azienda a Maranello. Nel 1947 si costruisce un’auto ultrasofisticata, pensata apposta per fare prestazione e nel 1949 con Chinetti si aggiudica la prestigiosissima 24 ore di Le Man. Tutto quello che è venuto dopo, passando da Ascari, Villeneuve, Schumacher, è storia. La storia scritta da uno Steve Jobs di due secoli fa, da un visionario pazzesco che ha costruito un impero senza uscire da Maranello, perché era il mondo ad andare da lui”.

Manuela Valsecchi